L’emendamento sulla musica non autoctona di Piantedosi al decreto contro i rave party è un falso

L’idea di un giornalista di fare una “lerciata” è stata presa troppo sul serio, anche dai politici

Circola sui social un presunto emendamento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al decreto legge contro i rave party, il quale restringerebbe il campo di azione ai raduni «aventi oggetto la fruizione di musica non autoctona». Si tratta di un falso creato da un giornalista per scherzo.

Per chi ha fretta

  • Circola un’immagine riportante un presunto emendamento del ministro Piantedosi.
  • L’emendamento riguarda il decreto legge contro i rave party.
  • L’emendamento sostiene che la norma si applica per i raduni dove viene usufruita musica non autoctona.
  • Si tratta di uno scherzo creato da un giornalista.

Analisi

Ecco uno dei post che circolano online:

OK, a questo punto direi che l’allarme “leggi liberticide” può dirsi rientrato: questi ci stanno trollando. Però cinque anni così mica li reggiamo, raga. (“Musica non autoctona”, ditemi voi se questa può essere una cosa seria. Dopo la sovranità alimentare, quella musicale. E si sono insediati solo da una settimana eh).

L’immagine dell’emendamento è stata pubblicata anche dal giornalista Carmelo Palma, poi condiviso dal leader di Azione Carlo Calenda via Twitter:

Non c’è traccia: è uno scherzo

Non c’è traccia dell’emendamento sui siti istituzionali. A smascherare tutto è lo stesso autore, il giornalista Carmelo Palma in un thread delle 14:09 del 3 novembre 2022 (poco prima del retweet di Calenda):

UN BEL GIOCO DURA POCO Questa mattina ho provato a pensare a come il Governo avrebbe potuto limitare ai cosiddetti rave party una norma, che evidentemente non può definire questi raduni, e distinguerli da altri di tipo analogo, semplicemente denominandoli “rave party”.

Tutte le soluzioni possibili mi sono sembrate imprecise, inattendibili o palesemente ridicole. Allora – ridicolo per ridicolo – facendo il verso al giuridichese prefettizio della norma originaria ho scritto un emendamento formalmente corretto, ma grottesco e parodistico

L’ho poi postato sapendo che alcuni ci sarebbero cascati, ma sono rimasto sorpreso dalla quantità di addetti ai lavori dell’informazione, della politica e perfino della satira 😉 che se lo sono bevuto senza fare una piega, ritenendolo perfettamente credibile.

Il che non depone affatto contro la loro professionalità: conferma invece che di fronte a un governo e a un legislatore così improbabile tutto diventa possibile e può essere creduto come vero, perché il confine razionale tra il credibile e l’incredibile è completamente saltato.

Insomma, pensavo di fare un post simil-Lercio, invece ho fatto un piccolo esperimento sociale, che mi ha insegnato che quando la realtà supera Lercio non c’è proprio un bel niente da ridere.

Conclusioni

Non esiste alcun emendamento al decreto legge contro i rave party con oggetto «la fruizione di musica non autoctona». Si tratta di uno scherzo architettato da un giornalista che è stato preso troppo sul serio.

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