Regioni contro i medici No vax: Emilia, Lazio, Campania e Puglia non li vogliono. Emiliano: «Tuteliamo i malati»

I governatori contro le norme per il rientro dei sanitari non vaccinati

Il tana libera tutti per i medici No vax apre il fronte tra governo e Regioni. Emilia-Romagna, Lazio, Campania e Puglia alzano il muro contro il rientro al lavoro dei sanitari non immunizzati. Il presidente Vincenzo De Luca ha inviato una direttiva ai direttori generali delle aziende ospedaliere «per mettere in campo tutte le azioni dirette a contrastare anche ipotesi di contagio, evitando il contatto diretto del personale non vaccinato con i pazienti». Anche l’Emilia-Romagna vuole escluderli dai reparti occupati dai pazienti a rischio. Come del resto prevede una legge regionale del 2018 aggiornata in epoca pandemica. Il Lazio vuole proseguire sulla stessa linea. Mentre la Puglia diventa la protagonista di uno scontro diretto con l’esecutivo. Il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato annuncia che il governo impugnerà la legge pugliese che esclude i sanitari No vax dagli ospedali. Ma il governatore Michele Emiliano gli risponde oggi in un’intervista rilasciata a La Stampa. Ricordando che la legge è del 2018 e quindi sono scaduti i termini per impugnabilità. E poi segnalando che in Puglia «un medico o un infermiere che entra in una rianimazione, in oncoematologia pediatrica, pneumologia, ematologia con trapianti, in una sala operatoria – per fare alcuni esempi – deve essere vaccinato, non solo contro il Covid, ma anche con tutte quelle vaccinazioni raccomandate a livello nazionale, tra le quali l’antinfluenzale. Così assicuriamo tra l’altro anche una maggiore presenza di personale nei reparti». Il governatore fa sapere che in Puglia i medici No vax sono dieci, gli operatori sanitari 103 su 45 mila dipendenti totali: «Certamente non sarà questo provvedimento del governo a risolvere il problema della carenza di personale sanitario».


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