Zelensky contro l’Iran, sui droni ai russi la doppia bugia: «Vi spiego io perché mentono»

Il presidente ucraino non crede alla versione delle autorità di Teheran, che ammettono di aver venduto droni a Mosca, ma pochi e prima dell’inizio della guerra

«Abbattiamo almeno dieci droni iraniani ogni giorno e il regime iraniano afferma di averne dati pochi e anche prima dell’inizio dell’invasione: stanno mentendo». Nel suo discorso serale, il 5 novembre Volodymyr Zelensky ha attaccato direttamente l’Iran. Il presidente dell’Ucraina ne è convinto: la Repubblica islamica sta sostenendo la guerra della Russia inviandole armi che Putin sta utilizzando sul territorio ucraino. I servizi segreti statunitensi e degli alleati, come svelato a ottobre da The Washington Post e a luglio dalla CNN, confermano la tesi di Zelensky, e in giornata anche il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha ammesso il coinvolgimento di Teheran, sminuendo però il peso degli aiuti a Mosca. Si sarebbe trattato di una fornitura di pochi droni, venduti mesi prima della guerra, questa la versione del regime. «Le affermazioni dei paesi occidentali secondo cui l’Iran ha esportato missili in Russia sono completamente sbagliate», ha esordito il ministro, per poi aggiungere che «la parte relativa ai droni è giusta, ma l’Iran ha venduto droni alla Russia mesi prima della guerra in Ucraina». Amirabdollahian ha sentito telefonicamente il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba, assicurando che «se sarà provato che la Russia ha usato i nostri droni, non resteremo indifferenti sulla questione». Zelensky non si è accontentato di questa parziale apertura: troppo poco e troppo tardi: «Stanno mentendo, solo ieri sono stati abbattuti undici droni Shahed».


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