La ricostruzione dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, diffusa quando lo sciame sismico che questa mattina ha investito la costa marchigiana, propagandosi dal mare, è ancora in corso, permette di farsi un’idea di cosa sia effettivamente successo. Ingv ha distinto con colori diversi le onde che vanno verso il basso rispetto a quelle che vanno verso l’alto. Anche l’intensità del colore cambia se gli spostamenti sono più veloci. Continuano intanto i rilievi dei vigili del fuoco anche dal cielo.
La scossa di oggi, secondo quanto spiegato dal presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, è la più forte mai registrata nella costa settentrionale marchigiana da quella del 1930. Il riferimento è alla scossa di magnitudo 5.7 registrata alle 07:07 di questa mattina, seconda solo alla scossa di magnitudo 5.8 registrata 92 anni fa nei pressi di Senigallia. Quello che è successo oggi, ha spiegato Doglioni, dipende dal «fronte della catena appenninica sepolta sotto al mare Adriatico che si sta accorciando tra i 2 e 4 millimetri all’anno. Una regione notoriamente sismica la cui attività permette alla crosta adriatica di scendere sotto quella appenninica attraverso un fenomeno noto come subduzione».
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