Bufera sul sottosegretario alla Salute Gemmato: «Non c’è la prova che senza vaccini saremmo stati peggio». Letta (Pd): «Ora si dimetta». E lui fa retromarcia

L’esponente FdI correi ai ripari dopo le polemiche: «Ho sempre sostenuto la validità dei vaccini»

L’efficacia dei vaccini? Tutta da verificare. Questa è l’antifona dell’intervento fatto dal sottosegretario alla Salute di Fratelli d’Italia Marcello Gemmato nel corso della trasmissione di Rai 2 ‘Restart-L’Italia ricomincia da te‘. E che ha presto scatenato non solo aspre critiche ma anche richieste di dimissioni. «Un sottosegretario alla Salute che nega i vaccini non può rimanere in carica», ha scritto su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta.


Sotto il tiro delle polemiche, Gemmato si è affrettato a rettificare, parlando di mere «strumentalizzazioni» montate dall’opposizione: «Ho sempre sostenuto la validità dei vaccini e la capacità che hanno di proteggere soprattutto i più fragili», ha detto Gemmato, precisando di voler «sgombrare il campo da interpretazioni faziose e ideologiche»: «siamo passati dall’emergenza alla convivenza con il virus anche grazie ai vaccini, adesso è tempo di guardare avanti».


Casus belli

Il contestato intervento dell’esponente di FdI iniziava con una constatazione: «Registro che per larga parte della pandemia l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati non li vedo raggiunti». Gemmato puntualizzava tuttavia di non voler cadere «nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini». Ad Aldo Cazzullo, che aveva osservato come «senza vaccini sarebbe stato magari peggio», Gemmato ha ribattuto: «Questo lo dice lei, non abbiamo l’onere della prova inversa». Fino ad oggi, a suo dire, l’approccio alla gestione pandemica ha avuto infatti uno stampo «ideologico». Ma adesso, prometteva, «la politica ritorna centrale», e «la politica fa questo: analizza i fenomeni scientifici, analizza i dati e prende le decisioni». Gemmato aveva aggiunto che a suo dire la discussione in merito è «surreale»: «Io adesso da sottosegretario di Stato, insieme a un ministro che finalmente è uno scienziato (Orazio Schillaci, ndr) analizzando il contesto nel quale oggi viviamo – ricordo che le terapie intensive sono occupate al 2% – abbiamo ritenuto di anticipare di 6 settimane» la scadenza dell’obbligo di vaccinazione anti-Covid per i sanitari e quindi il reintegro degli operatori non vaccinati.

Le polemiche

Parole che avevano fatto imbufalire virologi e diversi esponenti dell’opposizione. «Ma come si fa a dire che non c’è prova scientifica che i vaccini anti-Covid sono serviti a salvare la vita a milioni di persone? Basterebbe saper leggere la letteratura scientifica. Un bel tacer non fu mai scritto…», è l’attacco frontale di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.

Altrettanta indignazione la manifesta il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova, che su Twitter commenta: «Il sottosegretario Gemmato spiega che lui non cade nella trappola di pronunciarsi sui vaccini, perché non sappiamo se funzionano. Governo dunque apertamente No-vax e anti scientifico. Chiedo a Giorgia Meloni se vuole correggere anche questa posizione o se per lei va bene così».

Ma la sferzata più tagliente arriva da Matteo Orfini, deputato del Partito Democratico, che ancora su Twitter chiede che Gemmato lasci: «E abbiamo anche un sottosegretario alla Salute che dice che non abbiamo prove che i vaccini funzionino. Un governo normale lo farebbe dimettere in 5 secondi per manifesta ignoranza».

Foto: ANSA/CLAUDIO PERI

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