Cosa sappiamo finora del missile che ha colpito la Polonia

Al momento non sappiamo quali siano le prove in mano alle autorità polacche, ma possiamo analizzare le immagini pubbliche associate all’esplosione

Il 15 novembre 2022, la Russia torna a bombardare il territorio ucraino colpendo, oltre alla capitale Kiev, località come Kharkiv, Chernihiv, Mikolaiv e Leopoli. A poca distanza da quest’ultima città, intorno alle ore 15:40, la Polizia polacca viene allertata per un’esplosione a Przewodów, nel confine con l’Ucraina. Secondo le prime ricostruzioni dei media locali, l’area viene messa in sicurezza e non si conoscono le circostanze che hanno portato alla morte di due persone. Il fatto risulta collegabile con l’annuncio del segretario di Stato e portavoce del governo polacco, Piotr Müller, della convocazione d’urgenza del comitato per la Sicurezza nazionale e gli Affari della Difesa. Mentre la Polonia non si esprime con certezza, preferendo indagare sull’accaduto, il ministro della Difesa della Lettonia Artis Pabriks e da un alto funzionario dell’intelligence statunitense sostengono che a colpire il Paese Nato siano stati dei missili russi. Le immagini che circolano, tuttavia, indicano un altro possibile colpevole: un razzo dell’antiaerea ucraina. Al momento è possibile analizzare soltanto le immagini pubbliche e associate all’esplosione avvenuta in territorio polacco. Non sappiamo se sono stati rinvenuti altri resti, appartenenti a un missile lanciato dall’esercito russo e diverso da quello del sistema S-300, così come non possiamo confermare che il pezzo fotografato e attribuito al razzo del citato modello di antiaerea sia un frammento derivante dallo scontro con un missile russo lanciato contro l’Ucraina, incidentalmente deviato in territorio polacco. Le ipotesi sono tante, ma sta di fatto che, a seguito dell’ennesimo bombardamento per ordine di Mosca, è la prima volta che un territorio europeo e della NATO viene colpito nel corso del conflitto.

Le prime immagini diffuse e il resto di un missile

Nel corso della serata del 15 novembre, iniziano a circolare le prime immagini del luogo dell’esplosione. Si nota un cratere e un mezzo agricolo, un trattore, e il rimorchio ribaltato. Un’altra è la foto di nostro interesse, quella del presunto resto del missile che avrebbe causato la morte di due persone in Polonia.

Il resto che riconduce al modello S-300

Non sappiamo chi abbia diffuso la foto del resto del missile, così come non possiamo confermare che sia stata scattata sul posto. In ogni caso, e in assenza di altre prove attualmente in possesso delle autorità polacche, non ci resta che analizzarlo e valutare la possibile origine. La prima impressione è che quel pezzo provenga da un razzo dell’antiaerea ucraina S-300 (С-300). Confrontandolo con i resti di altri due razzi fotografati in Ucraina, pare proprio combaciare.

Tenendo comunque conto che si tratti di un resto fotografato sul posto dell’esplosione, in pieno territorio polacco, questo viene ricondotto ancora una volta al sistema S-300. L’account Twitter Ukraine Weapons Tracker (@UAWeapons), chiaramente filoucraino, riporta un’analisi dove si dichiarano certi che si tratti di un frammento di un missile del sistema S-300 in dotazione dell’esercito di Kiev.

Gli stessi filoucraini pubblicano la foto di un elemento integro e appartenente al sistema S-300, compatibile con il resto presente nella foto associata all’esplosione in Polonia.

Le distanze

Gli S-300 (С-300) sono una linea di sistemi antiaerei di fabbricazione sovietica, in dotazione in diversi Paesi del mondo oltre a quelli dell’ex blocco. Lo scorso 8 aprile 2022, il primo ministro slovacco Eduard Heger annunciava l’invio in Ucraina di diversi S-300 per difendersi dall’invasione russa. Essendo in dotazione anche dell’esercito di Mosca, qualcuno potrebbe valutare l’ipotesi che sia stato lanciato proprio dagli invasori. C’è un problema: la distanza. Infatti, gli S-300 hanno una gittata troppo corta (150km per il modello S-300PM) per essere lanciati dal territorio russo fino a quello polacco. Resta un’altra ipotesi, quella che vede la Bielorussia come luogo del lancio, ma risulta una possibilità troppo fantasiosa al momento.

Il missile di «fabbricazione russa»

In tarda nottata, intorno a mezzanotte, il Ministero degli Affari Esteri annuncia la convocazione dell’ambasciatore russo. Nel comunicato si fa riferimento a un «missile di fabbricazione russa», il che risulta interpretabile essendo il sistema ‘S-300 di fabbricazione prima sovietica e successivamente russa. Al momento, come precedentemente spiegato, non è possibile confermare che le autorità polacche siano in possesso o meno di elementi che riconducano con estrema certezza un missile russo.

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