Frana Ischia, l’accusa di De Falco: «Espulso dal M5s per il mio “no” al condono. Il governo Conte uno corresponsabile del disastro»

«Su quel condono, Conte non ebbe nulla ebbe da eccepire, così come Salvini. Oggi entrambi balbettano», dichiara l’ex senatore all’Adnkronos

Mentre si scava ancora alla ricerca dei dispersi e i magistrati indagano sul filone del disastro colposo, la frana di Casamicciola continua a essere al centro del dibattito politico. L’imputato è il governo Conte I e il M5s. Ad accusarli, Gregorio De Falco. Il militare, diventato celebre per il suo alterco con Francesco Schettino durante il disastro della Costa Concordia, fu candidato ed eletto senatore nelle file grilline, nel 2018. Ma dopo i primi mesi del governo Conte uno, De Falco fu espulso dal Movimento. Tra le motivazioni, il suo dissenso per i voti di fiducia su decreto Sicurezza, decreto Genova e la legge di Bilancio. Nel decreto Genova, compariva l’ennesimo condono edilizio della storia italiana, in questo caso dedicato interamente all’isola di Ischia. Il comandante della Guardia costiera, all’Adnkronos, ripercorre le fasi del procedimento di espulsione dai 5 stelle: «Mi fu contestato il no al decreto Salvini, ma certamente il decreto Genova fu la goccia che fece traboccare il vaso a metà novembre 2018. Contestai i 12 articoli che riguardavano il condono a Ischia. Mi fu risposto che non si potevano presentare emendamenti e che il condono si sarebbe fatto. Il senatore Santangelo, allora sottosegretario ai Rapporti con il parlamento, disse che era stato deciso così».


De Falco ricorda che i grillini difesero la norma, ad eccezione sua e delle senatrici Nugnes e Fattori: «Tutto il Movimento si muoveva come una testuggine». Il militare spiega che il voto su Ischia contribuì certamente alla sua espulsione e a certificarlo sono le stesse motivazioni fornite dai 5 stelle nel provvedimento disciplinare. «Su quel condono, Conte non ebbe nulla ebbe da eccepire, così come Salvini. Oggi entrambi balbettano. Il leader del M5s sconta la sua eccessiva attitudine al cambiamento – si toglie qualche sassolino dalla scarpa -. Il disastro di Ischia grava sulle spalle di tanti soggetti e il governo Conte uno è sicuramente corresponsabile. Le case abusive non hanno generato la frana, ma le case costruite laddove non devono stare hanno certamente incrementato la tragedia e probabilmente concorso a rendere ancor più fragile quel territorio».


Riguardo alle spiegazioni che ha fornito Conte nelle scorse ore sul decreto del suo primo governo, De Falco rincara: «Conte sa benissimo che è un vero e proprio condono ex novo che richiama il condono del 1985. In diritto esiste un principio, tempus regit actum, il professor Conte non può non saperlo. Il condono del 2018 doveva essere disciplinato dalle norme del 2018. Se fosse vero quello che dice Conte, sarebbe bastato un atto amministrativo e un modellino unificato». Il militare, tornato in servizio a Napoli nella Capitaneria di porto, ricorda anche di aver provato a bloccare la norma in commissione, «predisponendo un emendamento che prevedeva di tagliare le ultime parole dell’articolo 25 laddove si faceva riferimento alla legge 47 del 1985, il cosiddetto condono Craxi». Ma in commissione si decise di mettere ai voti «l’emendamento presentato dalla senatrice forzista Urania Papatheu, identico al mio. Il governo – conclude De Falco – fu battuto e quell’emendamento passò. Immediatamente si autosospesero quattro senatori campani di Forza Italia, tra cui De Siano e Cesaro. Il giorno seguente in Aula, dopo un travaglio interno, Forza Italia tornò a “militare” a favore dei condoni e quindi votò contro il “proprio” emendamento a firma Papatheu. Insieme a Fi votarono la Lega e Movimento 5 Stelle».

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