Tetto obbligo Pos, il governo prende tempo: «In corso interlocuzioni con la Commissione europea»

Le opposizioni si erano schierate contro la misura. Letta: «Si tratta di un invito all’evasione fiscale»

Il governo prova a smorzare i toni della discussione sull’innalzamento del limite minimo sopra il quale gli esercenti sono obbligati ad accettare pagamenti elettronici. Nell’ultima bozza della legge di Bilancio, l’articolo 69 – intitolato Misure in materia di mezzi di pagamento – porta il tetto all’obbligo del Pos da 30 a 60 euro. Tuttavia, a poche ore dall’arrivo del testo in parlamento, Palazzo Chigi invia una precisazione ai giornalisti: «Sul tema delle soglie al di sotto delle quali gli esercizi commerciali non sono tenuti ad accettare pagamenti con carte di pagamento, sono in corso interlocuzioni con la Commissione europea dei cui esiti si terrà conto nel prosieguo dell’iter della legge di Bilancio». Intanto, dalle opposizioni, continuano ad arrivare critiche nei confronti della norma: «È una scelta scellerata, un invito all’evasione fiscale», commenta il segretario del Partito democratico, Enrico Letta. Il capogruppo del Movimento 5 stelle nella commissione Finanze di Montecitorio, Emiliano Fenu, incalza: «Si rischia ancora una volta di strizzare l’occhio all’evasione fiscale e al nero. Il governo non prenda in giro gli italiani, cosa che fa quando nella relazione tecnica alla norma in questione, inserita nelle ultime bozze della Legge di bilancio, giustifica l’intervento con l’esigenza di garantire liquidità. La liquidità delle imprese e degli esercizi commerciali oggi è drenata dal caro bollette, non dai Pos. Peraltro faccio notare che questa trovata governativa è inserita nello stesso articolo della legge di Bilancio che prevede l’aumento del tetto al contante da mille a 5mila euro, altra super strizzata d’occhio all’evasione».


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