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«Se la violenza colpirà Crosetto non mi strapperò i capelli», le minacce in Tv sull’addio Reddito di cittadinanza. La solidarietà al ministro – Il video

06 Dicembre 2022 - 17:57 Redazione
«Quella mano, di uno che teoricamente è un pacifista, è stata armata da alcuni politici che da due mesi ci chiamano mercanti di armi. Mi riferisco anche a Conte»

Quarta repubblica, programma televisivo di Nicola Porro. Il conduttore mostra al ministro della Difesa un video girato durante una protesta pacifista a Roma, sabato 3 dicembre. Un manifestante, intervistato dal programma, a una domanda sul rischio per l’incolumità del ministro della Difesa risponde: «Quanto pensano che i lavoratori possano accettare salari che calano da 30 anni, contratti che non vengono rinnovati, attacco al Reddito di cittadinanza, disoccupazione e aumento delle bollette? La violenza sta lì. Se poi la violenza colpirà Guido Crosetto, non mi strapperò i capelli». Sullo sfondo, le bandiere di Potere al popolo e striscioni contro il governo Meloni. Tornati in studio, il ministro afferma: «Sono scioccato. Sono disgustato come cittadino, preoccupato come persona, ma mi dà la forza di combattere di più. Quella mano, di uno che teoricamente è un pacifista, è stata armata da alcuni politici che da due mesi ci dicono guerrafondai e mercanti d’armi». Porro gli domanda se il riferimento fosse a Giuseppe Conte. «Anche a Conte e ad alcun giornalisti che l’hanno fatto. Si dimenticano che le armi mandate finora sono state approvate da 5 decreti fatti dal precedente governo di cui Conte era il maggior sostenitore. Questo governo non ne ha ancora fatti, sta dando esecuzione a quei decreti. Hanno fomentato l’odio che trova spazio in menti come quelle della persona che ha parlato e di quelli che lo circondavano. Non sapevano neanche per cosa manifestavano, ma erano carichi di violenza». All’indomani della messa in onda del servizio, arrivano decine di messaggi di solidarietà per Crosetto. La seconda carica dello Stato, nonché compagno di partito, Ignazio La Russa, accoglie il ministro nel suo ufficio di presidente del Senato. Al termine dell’incontro, divulga una nota: «Esprimo ferma condanna per le vergognose frasi rivolte al ministro della Difesa. Da mesi assistiamo ad una pericolosa escalation di minacce e violenza che fanno tornare alla mente anni bui già vissuti dalla nostra Nazione. Condannare “senza se e senza ma” questi episodi è un dovere di tutti. All’amico Guido la mia sincera solidarietà».

Le reazioni

Sostegno pubblico anche dagli altri ministri, dagli esponenti degli di tutti i partiti di maggioranza e da qualche rappresentante dell’opposizione. Tra i primi a parlare fuori dalle maglie del centrodestra c’è la presidente del Terzo polo al Senato, Raffaella Paita: «La violenza non è mai giustificabile, solidarietà al ministro». Carlo Calenda, Mariastella Gelmini, Matteo Richetti e Mara Carfagna esprimono lo stesso concetto. Il ministro Francesco Lollobrigida invoca una condanna bipartisan che, però, non arriverà in maniera netta. Per Forza Italia, Licia Ronzulli anticipa i compagni del partito: «A nome mio e del gruppo FI al Senato, la più affettuosa solidarietà. Tutto questo è inquietante e pericoloso». Giorgio Mulè chiede di «punire chi esprime posizioni violente». Per la Lega, il presidente della Camera Lorenzo Fontana parla di «frasi di una gravità inaudita». Nino Minardo, presidente della commissione Difesa della Camera, esorta «tutte le forze politiche e in particolare i movimenti pacifisti a prendere le distanze da questi attacchi sguaiati e violenti».

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