Chi è Viktor Bout, il «mercante di morte» liberato nello scambio di prigionieri Usa-Russia: la sua storia ispirò anche un film

Ex ufficiale dell’aeronautica sovietica e forse anche ex agente del Kgb, Bout è accusato dagli Usa di aver venduto armi ad al Qaeda, ai talebani e ai militanti in Ruanda

Uno scambio di prigionieri tra Washington e Mosca ha portato alla liberazione della cestista americana, Brittney Griner, detenuta in Russia da dieci mesi con l’accusa di contrabbando di droga. Ad essere rilasciato dagli Stati Uniti è stato il 55enne Viktor Bout, un trafficante d’armi russo noto come «il mercante di morte», a sua volta detenuto dopo una condanna di 25 anni comminata nel 2012 dopo una travagliata estradizione dalla Thailandia. I funzionari russi, come scrive il New York Times, avrebbero insistito per il ritorno in patria di Viktor Bout dopo la sua condanna da parte di una giuria di New York per quattro capi d’accusa tra cui quella di aver cospirato per uccidere alcuni cittadini americani. Ma non solo. L’accusa nei suoi confronti è anche quella di una possibile fornitura di armi ai guerriglieri colombiani delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Il quotidiano americano sottolinea come il procuratore generale dell’epoca – Eric Holder – definì Bout «uno dei trafficanti d’armi più influenti al mondo», tanto da divenire famoso tra i funzionari dell’intelligence Usa con il soprannome di «The merchant of death», «il mercante di morte», ispirando – infine – il personaggio interpretato da Nicolas Cage nel film del 2005 «Lord of War». 


Ex ufficiale dell’aeronautica sovietica, sospetta spia del Kbg

Ex ufficiale dell’aeronautica sovietica e forse anche ex agente del Kgb, Viktor Bout ha sempre negato – come riporta il Nyt – di aver lavorato per le agenzie di intelligence russe. Per l’esperto di servizi di sicurezza legati al Cremlino, Mark Galeotti, citato dal quotidiano americano «l’istruzione di Bout, le sue reti sociali e professionali e le sue capacità logistiche fanno pensare a un coinvolgimento con il Kbg» e questo, continua l’esperto, «spiega perché Mosca abbia condotto una campagna così grande per riaverlo». Cresciuto a Dushanbe, la capitale del Tagikistan, «il mercante di morte» ha deciso all’età di 18 anni di arruolarsi nell’esercito sovietico fino a diventare ufficiale dell’Air Force. Dopo il crollo dell’Urss il camaleontico e poliglotta Bout, si trasferì negli Emirati Arabi Uniti e mise in piedi una flotta di aerei che riforniva di armi mezzo mondo. Accusato di aver venduto armi ad al Qaeda, ai talebani e ai militanti in Ruanda, Bout è anche incriminato dagli Stati Uniti per aver violato gli embarghi sulle armi in Sierra Leone, Repubblica Democratica del Congo e Algeria, dove ha venduto armi sia alle forze governative che ai ribelli che le combattevano. Le autorità statunitensi lo hanno raggiunto a Bangkok nel 2008, dove era stato arrestato. Estradato negli Stati Uniti nel 2010, Bout stava scontando – prima di essere scambiato con Griner – la sua condanna a 25 anni di prigionia. 


Foto copertina: New York Times | Viktor Bout (2010)

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