Calenda da Kiev: «L’Ucraina fa resistenza, sottoscrivo la linea Meloni. Conte? Dice cretinate sulle armi»

Il leader del Terzo polo: toglierle agli ucraini non significa pace ma resa

Quella dell’Ucraina è resistenza contro un invasore. La linea di Meloni? Ok al 100%. Mentre Giuseppe Conte dice cretinate e ha posizioni qualunquiste. In collegamento da Kiev, dove oggi ha pubblicato l’allarme antiaereo per il bombardamento, il leader di Azione Carlo Calenda parla a Mattino 5 della guerra. «La situazione è molto difficile: Nelle regioni più vicine alla guerra è proprio drammatica. Non c’è più elettricità e il governo sta dicendo che ci può essere il collasso della rete. È un Paese sotto attacco», esordisce il leader del Terzo Polo. «Anche in ospedale, la prima cosa che ti dicono è “a noi servono armi”. Perché vogliono combattere e non finire sotto il giogo russo. Questa cosa – e lo dico agli amici di sinistra che cantano ‘Bella ciao‘ – si chiama ‘resistenza’. Lo vogliono gli ucraini, non c’è un ucraino che non vuole combattere», conclude. La linea di Conte sull’invio di armi invece «è una cretinata totale. Perché levare le armi agli ucraini non vuol dire cercare la pace ma la resa. Conte non faccia propaganda sulla pelle degli ucraini. È opportunismo. Sa che una larga parte degli italiani associano alla guerra ai rincari della bollette e non ne possono più. Si chiama qualunquismo». In precedenza, in un’intervista al Messaggero, Calenda aveva detto di voler sottoscrivere al «cento per cento» il sostegno della premier: «Su questo la linea di Meloni coincide con la nostra».


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