L’ex dipendente di Twitter faceva la spia per l’Arabia Saudita, la condanna negli Usa: così faceva scoprire i dissidenti

Il 45enne avrebbe ricevuto quasi 300mila euro da funzionari sauditi per localizzare utenti di loro interesse, tra cui diversi dissidenti del regime di Riad

Ahmad Abouammo, un ex dipendente di Twitter, è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere con l’accusa di aver spiato per conto dell’Arabia Saudita. Ad annunciarlo è il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. I pubblici ministeri, che hanno supervisionato le relazioni di Twitter con giornalisti e potenti di Medio Oriente e Nord Africa, sostengono che l’uomo ha fatto trapelare informazioni sensibili dai sistemi dell’azienda per aiutare i funzionari sauditi a identificare e localizzare gli utenti di Twitter di loro interesse. Li avrebbe così esposti a potenziali persecuzioni e pericoli in cambio di quasi 300mila dollari dalle autorità di Riad. In particolare, è emerso che avrebbe ricevuto un orologio da 42mila dollari da un funzionario saudita e un paio di bonifici da 100mila dollari.


Chi è Ahmad Abouammo

Il 45enne è un cittadino californiano residente a Seattle che ha lavorato nel social di Elon Musk dal 2013 al 2015 gestendo i rapporti con i media e gli utenti di alto profilo in Medio Oriente e in Nord Africa. Ad agosto venne giudicato colpevole da una giuria di San Francisco che aveva chiesto sette anni di detenzione, affermando di «volere una sentenza abbastanza forte da dissuadere altri nel settore della tecnologia e dei social media dal vendere i dati degli utenti vulnerabili». Anche dopo che aveva lasciato Twitter nel maggio 2015, il 45enne avrebbe comunque continuato ad aiutare il governo saudita contatattando ex colleghi e incoraggiandoli a verificare particolare account sauditi o a rimuovere determinati post. Sollecitati dalla stampa statunitense, i difensori di Abouammo, Twitter e l’ambasciata saudita a Washington non hanno risposto alle richieste di commento.


Foto di copertina: Ahmad Abouammo lascia il carcere di Santa Rita nel 2019 – REUTERS/Kate Munsch

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