Manovra, torna la possibilità di convertire i mutui da tasso variabile a tasso fisso. Ecco a quali condizioni

Prevista anche la possibilità di allungare di cinque anni extra la durata della restituzione del finanziamento

Il governo rispolvera una norma pensata e varata nel 2011 che consentiva il passaggio del mutuo da un tasso variabile a uno fisso. Tramite un emendamento alla legge di Bilancio 2023, la possibilità verrà reintrodotta per i titolari di finanziamento che, in origine, non sia stato superiore a 200 mila euro. Inoltre, potranno presentare richiesta solo i cittadini con una soglia Isee inferiore a 35 mila euro e che non hanno mai avuto ritardi nel versamento delle rate del mutuo. L’emendamento dell’esecutivo, depositato in commissione Bilancio alla Camera, prevede infine che il beneficiario del finanziamento possa concordare con l’istituto di credito anche un allungamento del piano di rateizzazione, per un massimo di cinque anni extra e a patto che la durata residua del mutuo non superi i 25 anni. «Oltre ad avere un impatto per la finanza pubblica – ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, illustrando la norma che ripristina la legge 106 del 2011 – riguarda tanti mutui a tasso variabile per le famiglie».


Leggi anche: