Caso Omerovic, agli arresti un poliziotto con l’accusa di tortura: «Urla e schiaffi, poi le minacce con un coltello». Altri quattro agenti indagati

Hasib Omerovic precipitò dalla finestra del suo appartamento a luglio: è tuttora ricoverato per le ferite

Svolta nelle indagini sul caso di Hasib Omerovic, il ragazzo precipitato dalla finestra del suo appartamento di Roma nel corso di una perquisizione delle forze dell’ordine, alla fine dello scorso luglio. Il ragazzo, affetto da sordomutismo, è ancora ricoverato in ospedale a causa della caduta. Oggi, 21 dicembre, un agente di polizia del commissariato di Primavalle della capitale è stato raggiunto da un’ordinanza di misura cautelare di arresti domiciliari per l’accusa di tortura in relazione alla vicenda. Nei confronti dell’agente la Procura contesta anche il reato di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Secondo l’ordinanza, l’agente, Andrea Pellegrini, avrebbe causato al ragazzo «un verificabile trauma psichico, in virtù del quale precipitava nel vuoto dopo aver scavalcato il davanzale della finestra della stanza da letto nel tentativo di darsi alla fuga per sottrarsi alle condotte violente e minacciose in atto nei suoi confronti», con «abuso dei poteri e in violazione della funzione, nel corso dell’attività volta all’identificazione» e con «il compimento di plurime e gravi condotte di violenza e minaccia».


La ricostruzione

Gli inquietanti contorni di quanto accaduto nell’appartamento lo scorso 25 luglio vengono tracciati nei dettagli nell’ordinanza del gip. L’agente avrebbe fatto irruzione nella casa di Omerovic urlando: «Non ti azzardare mai più a fare quelle cose, a scattare foto a quella ragazzina». Nel mentre avrebbe tirato al ragazzo «due schiaffi nella zona compresa tra il collo e il viso», per poi «impugnare un coltello da cucina e brandirlo all’indirizzo» dell’uomo. Avrebbe poi sfondato la porta della stanza da letto di Omerovic, e una volta dentro avrebbe costretto il ragazzo a sedersi, legando i suoi polsi alla sedia con un filo della corrente del ventilatore precedentemente strappato. Da quella posizione avrebbe continuato a minacciare il ragazzo con la lama, «urlando al suo indirizzo la seguente frase ‘se lo rifai, te lo ficco nel c…’» e colpendolo ripetutamente con degli schiaffi mentre intimava: «Non lo fare più». Il gip di Roma, Ezio Damizia, nell’ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari definisce gli accadimenti «indubbiamente di entità grave, commessi in spregio della funzione pubblica svolta, nonché violando fondamentali regole di rispetto della dignità umana. I ripetuti atti di violenza e minaccia appaiono del tutto gratuiti». La misura è stata notificata dalla Squadra Mobile. Contestualmente, altri quattro avvisi di garanzia sono stati notificati ad altrettanti poliziotti indagati. Le accuse sono, a vario titolo, di falso ideologico commesso da Pubblico Ufficiale in atti pubblici e depistaggio. Nei loro confronti sono inoltre in corso attività di perquisizione.


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