Manovra, il governo pone la fiducia alla Camera. Il voto in Aula domani sera alle 20.30

Tempi contingentati per la discussione: le dichiarazioni di voto previste per le 19 di venerdì. Stralciata la norma salva-Comuni

Il voto in aula sulla fiducia che il governo ha posto sulla manovra economica avrà inizio venerdì sera, 23 dicembre, alle 20:30. È quanto ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio che ha stabilito alle ore 19 le dichiarazioni di voto. Sono state 44 le correzioni complessive della Ragioneria di Stato, tra cui lo stralcio della norma salva-Comuni. È stata infatti tolta la misura che prevedeva lo stanziamento di 450 milioni di euro destinati ai Comuni, a seguito dei rilievi della Rgs. Sono state votate anche le altre modifiche chieste sempre dalla Ragioneria, comprese quelle sulla Carta giovani-cultura e lo smart working.


Il presidio M5S ad Aula chiusa

Dopo che nella sera del 22 dicembre, l’esecutivo ha posto la questione di fiducia e ad Aula chiusa, un presidio del M5S è rimasto al suo posto dell’emiciclo protestando «contro la manovra e il governo che ha sabotato il confronto». Intervenendo uno dopo l’altro davanti alla webcam di un computer che trasmetteva in diretta sui social l’azione collettiva, i pentastellati hanno argomentato la loro protesta. «La situazione è grave e indecente», ha scritto sui social il leader M5s, Giuseppe Conte, condividendo la diretta. «Il governo non permette un confronto sulla manovra: abbiamo deciso di presidiare l’aula e di parlarne in trasparenza qui con tutti voi».


Il travaglio della Legge di Bilancio

La legge di Bilancio 2023 ha subito un lungo travaglio. Quando il testo è arrivato in Aula, la mattina del 22 dicembre, e sembrava ormai avviato verso l’approvazione e il passaggio, dopo Natale, al Senato, ecco che a Montecitorio arrivano i rilievi della Ragioneria generale dello Stato. «Considerata la complessità della nota giunta dalla Ragioneria – vengono informati i deputati – la commissione Bilancio della Camera ha chiesto all’Aula più tempo per esaminarla». Era stato così raddoppiato il tempo di sospensione della seduta. Nelle dodici pagine di annotazioni della Ragioneria, oltre alla richiesta di stralcio dell’emendamento sui Comuni approvato per errore dalla maggioranza – ma senza avere i 450 milioni necessari a finanziarlo -, vengono richieste 43 correzioni alla legge di Bilancio. Tra i primi a dare sfogo all’irritazione verso il modus operandi del governo è il deputato dei Verdi, Angelo Bonelli: «Tutto ciò avviene dopo che la Camera ha terminato il dibattito sulla finanziaria, quindi si è discusso di una Manovra che dovrà essere cambiata in 44 punti. Nemmeno quando facevo il consigliere circoscrizionale avevo mai assistito a tanta approssimazione e superficialità».

La gaffe del governo sulla 18app

Tra i rilievi fatti dall’organo del ministero dell’Economia, che svolge attività di supporto e verifica per esecutivo e parlamento, sono finite ad esempio le misure sulla Carta giovani e lo smart working. Nel primo caso la Ragioneria segnala degli errori nel modo con cui sono state definite le coperture per il 2023, nel secondo caso i dubbi riguardano la mancanza di fondi per sopperire alla carenza di personale scolastico che usufruirebbe, fino al 31 marzo, del lavoro agile. «La Ragioneria chiede di cancellare la parte in cui si dice che nel 2023 la 18app viene finanziata con i soldi del 2022. Che è quello che da giorni il governo usa come linea ufficiale per dire che in realtà non cambia nulla». Incalza, su Twitter, Luigi Marattin, capogruppo di Azione – Italia Viva – Renew Europe in commissione Bilancio, allegando l’emendamento. Sulla questione si è espressa anche Giorgia Meloni: «Ci sono delle difficoltà di rodaggio, si può migliorare», ha detto incontrando i parlamentari del suo partito.

Quando ci sarà, dunque, il voto sulla Manovra?

«Parlamento trattato in modo indecente da Meloni e il suo governo», tuona intanto la deputata Maria Elena Boschi. Con i nuovi ritardi nell’iter della Manovra è sempre più probabile che i deputati dovranno restare a Roma anche sabato 24 dicembre, il giorno della Vigilia di Natale, per votare il testo. Oggi, tra il controllo della nota della Ragioneria da parte dei membri della commissione Bilancio e il successivo voto per ogni modifica da apportare, è probabile che la questione di fiducia non verrà posta prima delle ore 21. Stando al regolamento di Montecitorio, da quel momento, dovranno passare 24 ore di tempo prima di iniziare la discussione sulla fiducia, a meno che la capigruppo all’unanimità non decida di derogare alla norma. Così, presumendo che l’Aula si riunirà non prima delle 21 di domani, 23 dicembre, è quasi certo che il voto finale della Camera sul testo avverrà nel giorno della Vigilia: prima, infatti, bisognerà votare i 230 ordini del giorno presentati e ascoltare le dichiarazioni di voto dei parlamentari.

L’ennesimo rinvio, si fa sera

Nel caos, i deputati – sia di opposizione che di maggioranza – lamentano l’assenza del ministro dei Rapporti con il parlamento Luca Ciriani, che non si è affacciato per diverse ore del pomeriggio nell’Aula di Montecitorio. Inoltre, non è ripresa l’analisi della Legge di Bilancio in Assemblea, come precedentemente annunciato, alle ore 17.30. «Propongo il rinvio della legge di bilancio in commissione, esclusivamente al fine di modificare o sopprimere alcune disposizioni che presentano profili problematici dal punto di vista della copertura finanziaria, quali risultanti dalla nota della Ragioneria generale dello Stato». Così, il presidente della commissione Bilancio, Giuseppe Mangialavori, ha chiesto e ottenuto con i voti della maggioranza la sospensione della seduta fino alle ore 20.

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