Telefonata Zelensky-Meloni: «Grazie per il sostegno, ci servono sistemi di difesa aerea». E la premier lo invita a Roma

Palazzo Chigi: ribadito il massimo impegno dell’Italia per «arrivare a una pace giusta» e l’intenzione di visitare Kiev

«Ho ringraziato Giorgia Meloni per la solidarietà e il supporto all’Ucraina». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dando notizia della conversazione telefonica avuta con la presidente del Consiglio italiana. «Ho lodato – continua il capo di Stato ucraino – lo stanziamento del governo italiano di ulteriori 10 milioni di euro in aiuti». Zelensky fa sapere – inoltre – di aver parlato con la premier di una possibile fornitura di sistemi di difesa area e delle relative trattative per raggiungere una pace. «Meloni mi ha informato che si sta valutando la questione della fornitura di sistemi di difesa aerea e protezione dei cieli ucraini». Ma informa anche che con Meloni «abbiamo discusso del piano di pace». Anche palazzo Chigi ha confermato lo scambio, ribadendo il pieno sostegno dell’esecutivo italiano nei confronti di Kiev «in ambito politico, militare, economico e umanitario, nel ripristino delle infrastrutture energetiche e nella futura ricostruzione dell’Ucraina». Nel ribadire il «massimo impegno dell’Italia – si legge nella nota di palazzo Chigi – per ogni azione utile per arrivare ad una pace giusta per la Nazione ucraina», la premier ha confermato la sua intenzione di recarsi a Kiev e invitato anche il presidente Zelensky ad andare in visita a Roma.


306esimo giorno di guerra

Intanto, dopo oltre 300 giorni di guerra in Ucraina continuano i combattimenti tra le forze russe e ucraine nel Lugansk. A riferirlo è il governatore regionale, Sergy Gaidai, su Telegram. «Sulla mappa del Donbass, i punti più caldi sono Bakhmut e Kreminna. I combattimenti continuano vicino a Kreminna. I russi capiscono che se perdono la città, tutta la loro linea di difesa cadrà», ha scritto il funzionario ucraino». Secondo il Guardian, infatti, la riconquista di Kreminna e della vicina Svatove potrebbe aprire la strada a Kiev per lanciare un’offensiva su Sievierodonetsk e Lysychansk: le due città perse dall’Ucraina durante i mesi estivi. Questa mattina il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, in un’intervista alla Tass aveva ribadito l’obiettivo di «eliminare le minacce alla sicurezza della Russia che include i nostri nuovi territori», riferendosi proprio agli Oblast’ annessi dopo i referendum di fine settembre: le repubbliche di Donetsk e Lugansk e le regioni di Cherson e Zaporizhzhia. «Il nemico – ha aggiunto Lavrov – è ben consapevole delle nostre proposte sulla smilitarizzazione e la denazificazione dei territori controllati dal regime di Kiev. Non resta molto da fare: accettare queste proposte in modo amichevole, o in caso contrario sarà l’esercito russo ad occuparsi della questione». Tempestiva la risposta di Kiev che tramite il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha sottolineato come «Né la mobilitazione totale, né la ricerca spasmodica di munizioni, nemmeno i contratti segreti con l’Iran e neanche le minacce di Lavrov aiuteranno. La Russia deve affrontare la realtà. L’Ucraina smilitarizzerà la Federazione Russa, estromettendo gli invasori da tutti i territori occupati. Aspettate il finale in silenzio…», conclude.


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