Decreto rave, la Camera vota la fiducia. Sì alla seduta fiume, ma Fontana “richiama” Ciriani sulla richiesta di ghigliottina

L’auspicio era trovare un accordo tra maggioranza e opposizioni per chiudere entro domani, 29 dicembre. Invece, la mancata intesa dei capigruppo fa restare in piedi tutti i 157 ordini del giorno

L’Aula della Camera dei deputati ha dato il suo via libera alla fiducia sul cosiddetto decreto rave, che include anche le norme sui benefici penitenziari per i detenuti che non collaborano con la giustizia e l’allentamento degli obblighi vaccinali per il personale sanitario. Sono stati 206 i “sì”, 145 i “no” e tre gli astenuti. Dopodiché, su richiesta della maggioranza – per bocca di Maurizio Lupi – è stata richiesta la seduta fiume: ovvero il prosieguo ininterrotto dei lavori fino al voto finale sul provvedimento. È un espediente della maggioranza per sminare l’ostruzionismo delle opposizioni. Andrà avanti partendo già da questa sera, dunque, l’illustrazione di ben 157 ordini del giorno presentati: in base al regolamento di Montecitorio chi presenta un ordine del giorno può intervenire per cinque minuti per illustrare il suo documento e per altri cinque in dichiarazione di voto. Il voto sugli odg inizierà domani, 29 dicembre, non prima delle 19. Poi, un tour de force per approvare definitivamente il decreto rave entro la scadenza del 30 dicembre. Al momento, la presidenza della Camera non ha fatto riferimento all’utilizzo della ghigliottina parlamentare. Era stato il ministro per i Rapporti con il parlamento ad assicurare che la maggioranza, dopo il mancato accordo della capigruppo, ne avrebbe fatto ricorso.


«Il ministro Ciriani ha detto che verrà applicata la ghigliottina. A tutela di tutto il parlamento e soprattutto a tutela delle prerogative del presidente della Camera, ricordiamo che questo strumento non è prerogativa del governo, ma del presidente. È inaccettabile che ci sia una invasione del governo», dichiara, dopo la fiducia, la capogruppo del Partito democratico, Debora Serracchiani. «Dichiariamo il nostro sconcerto rispetto a questo atteggiamento. Se il buongiorno si vede dal mattino, come primo atto di questa maggioranza, non avete cominciato bene», le fa eco la grillina Vittoria Baldino. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana, allora, prende parola per garantire che è nel suo stesso interesse chiedere informazioni a Ciriani circa la sbavatura istituzionale. «Chiamerò il ministro Ciriani per chiedergli delucidazioni su quanto letto sulle agenzie, e immagino che sicuramente ci intenderemo su quanto è avvenuto. Ma è chiaro che il ricorso alla “ghigliottina” è prerogativa della presidenza, strumento che in questo momento non è stato ancora adottato. Mi auguro tutti lavorino per evitarlo».


Nessun accordo sul decreto rave, si va verso la seduta fiume. Ciriani: «Opposizione irragionevole, usiamo la ghigliottina»

«Dobbiamo restare a Roma fino al 30 dicembre». «Sì, ma fino a che ora?». «A me hanno detto fino al primo pomeriggio». «Hai spostato il volo?». Al termine della conferenza dei capigruppo alla Camera, i deputati hanno iniziato a riorganizzare i piani per la fine dell’anno. Nel transatlantico, per alcuni minuti, sono circolati discorsi da agenzia viaggi. L’auspicio era trovare un accordo tra maggioranza e opposizioni per chiudere entro domani, 29 dicembre, la pratica sul cosiddetto decreto rave. Invece, la mancata intesa fa restare in piedi tutti i 157 ordini del giorno. Saranno illustrati oggi pomeriggio, dopo la chiama nominale sulla questione di fiducia posta dal governo, che comincia alle 17.25. I capigruppo della maggioranza hanno chiesto a tutti i parlamentari di essere presenti per votare la delibera sulla seduta fiume, indispensabile per arrivare alla conversione in legge del decreto entro il limite di 60 giorni, fissato il 30 dicembre.

Ad ogni modo, le votazioni sugli ordini del giorno avranno inizio domani alle ore 19. La presidenza della Camera, su sollecitazione dei leader del centrodestra, potrebbe ricorrere alla cosiddetta ghigliottina parlamentare per cercare di comprimere i tempi. Con questo strumento, ad esempio, si potrebbero ridurre i minuti concessi per ogni intervento, ma anche con l’applicazione di questo istituto è impossibile impedire che ci sia una discussione, seppure ridotta, su ogni ordine del giorno che le opposizioni hanno depositato. Il ministro per i Rapporti con il parlamento, Luca Ciriani, non ha dubbi che si utilizzerà la ghigliottina parlamentare: «Faremo così, tutti i tentativi per trovare una mediazione sono falliti. L’opposizione intende andare allo scontro in maniera irragionevole, dovremo per forza ricorrere a questo strumento». E non è detto che anche così si riesca a votare in tempo la conversione in legge.

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