M5s, la chiamata degli iscritti al voto online sulle restituzioni degli eletti: Conte prova a fare cassa

Cambiano le proporzioni nei versamenti fatti dai parlamentari grillini: 2 mila euro andranno al partito, mentre si riducono le restituzioni alla collettività

La spinta propulsiva del Movimento 5 stelle originario, secondo cui una cospicua parte degli emolumenti parlamentari andava restituita alla collettività, si è esaurita. Nell’idea di Beppe Grillo, nessuno doveva arricchirsi facendo politica, nemmeno l’organizzazione con cui ci si candidava. Adesso le cose sono cambiate. Sarà per il bagno di realtà durato due legislature, sarà per il processo di maturazione che lo stesso Giuseppe Conte rivendica da quando gli esponenti grillini sono saliti al governo, fatto sta che il Movimento, rinnovato nello statuto, assume sempre più le sembianze di un partito tradizionale. Nelle prossime settimane, gli iscritti saranno chiamati a votare online su Skyvote le nuove regole per le restituzioni degli eletti. Rispetto al passato, i parlamentari dovranno decurtare dal proprio stipendio mensile 2.500 euro. Di questi, solo il 20% finirà «su un conto intestato all’associazione Movimento 5 Stelle appositamente dedicato alla restituzione alla collettività». Quindi, 500 euro per i cittadini, mentre l’80% del totale andrà a rifondere le casse del partito. Ben 2.000 euro per finanziare le attività del Movimento, dal pagamento delle sedi alle spese per le campagne elettorali, finanche i dipendenti che non possono essere assunti negli uffici parlamentari.


Tra le altre novità, c’è la possibilità per deputati e senatori di trattenere il 25% di ogni eventuale indennità o rimborso derivante da ulteriori cariche assunte. Nella scorsa legislatura, invece, questi soldi extra venivano restituiti per intero. L’altro 75% sarà invece versato all’associazione Movimento 5 stelle per «spese di funzionamento», scrive l’Adnkronos. Ancora, l’assegno di fine mandato – circa 44 mila euro di liquidazione a fine legislatura – che ad oggi doveva essere restituito per due terzi alla collettività, dal prossimo anno sarà così ripartito: l’80% nelle tasche dei parlamentari, il restante 20% sempre all’associazione per le spese di funzionamento. Questa norma dovrebbe valere anche per i parlamentari grillini non rieletti in questa legislatura e che continuano a essere iscritti al Movimento. Per chi invece ha lasciato il partito, si continuano ad applicare «le disposizioni contenute nel Regolamento relativo al trattamento economico degli eletti del Movimento 5 stelle deliberato dal Comitato di garanzia in data 11 aprile 2021». Ai transfughi dimaiani, dunque, le nuove norme non interesseranno. L’indizione del voto sulla piattaforma di consultazione online è atteso nei prossimi giorni.


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