Iran, le immagini shock di Mehdi inviate all’amico di Bologna prima di morire. I segni delle torture in carcere e il messaggio all’Italia – Il video

Il 31enne aveva mostrato le profonde ecchimosi, rosse e violacee, sparse su tutto il suo corpo, in particolare su entrambe le braccia, gambe e sulla schiena

Aveva chiesto di mostrare i segni delle percosse all’ambasciatore d’Italia. Mehdi Zare Ashkari, l’ex studente dell’Università di Bologna morto venti giorni dopo l’uscita dal carcere a seguito delle torture subite in Iran, aveva inviato un video a un amico iraniano residente a Bologna, Roozbeh Sohrabianmehryazdi, per mostrargli i segni del pestaggio e fare un appello all’Italia. «Questo è per l’ambasciatore di Italia», dice il giovane iraniano mentre mostra le profonde ecchimosi, rosse e violacee, sparse su tutto il suo corpo, in particolare su entrambe le braccia, gambe e sulla schiena. Il video, che contiene solo quel messaggio e per il resto della sua durata è muto, è stato pubblicato dal Corriere di Bologna e sta circolando sui social tra gli amici del giovane. Roozbeh ha spiegato all’Ansa che Mehdi era stato picchiato in strada durante le proteste a Teheran, proteste a Teheran, scoppiate nel Paese a settembre 2022 dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne curda uccisa perché non indossava correttamente il velo. Dopo avergli inviato il video, l’ex studente dell’Unibo era stato poi preso dalle autorità iraniane e portato in carcere. «Quello che mi fa più male è vedere che Mehdi in quel video sorrideva ancora. Lo avevano picchiato ma stava sorridendo», ha detto all’agenzia stampa. Il 31enne che a Bologna studiava farmacia era tornato ormai da due in Iran per rendere omaggio alla madre deceduta poco dopo il suo arrivo nel Paese. Per problemi con il visto, però, Mehdi non era più riuscito a tornare in Italia. «L’ultima volta che l’ho sentito era felice, mi diceva “con la famiglia andiamo avanti”. Anche lui partecipava alle manifestazioni per la libertà, per trovare quello che vogliamo tutti noi», aveva raccontato un suo amico all’Ansa, Ali Jenaban.


Le condanne di Teheran

A oltre quattro mesi dall’inizio delle proteste in Iran, la magistratura ha fatto di sapere oggi 3 gennaio, di aver condannato 16 persone per l’uccisione di un membro delle forze paramilitari Basij, Ruhollah Ajamian, il 3 novembre scorso nei pressi di Karaj in Iran. Di questi, cinque sarebbero stati condannati, mentre altri 11 – tra cui tre minorenni – dovranno scontare 25 anni di prigionia. Oltre a Mohammad Mehdi Karmi e Mehdi Hosseini la Corte Suprema ha finora confermato le condanne a morte di Mohammad Boroughani e Mohammad Ghobadlou. Altri due giovani di 23 anni, Mohsen Shekari e Majidreza Rahnavard invece sono già stati impiccati.


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