Scontro tra gli ultras, un video smentisce la tesi dell’appuntamento tra tifoserie. I napoletani in chat: «Hanno fatto passare i romani ed è successo il bordello» – I video

La sosta all’autogrill avrebbe fornito l’occasione ai due gruppi ultras di entrare in contatto dopo anni di rivalità

Non c’era un appuntamento concordato tra gli ultras più violenti di Napoli e Roma, ma di certo i napoletani sapevano del passaggio dei romanisti per la medesima autostrada e gli avversari si aspettavano l’agguato. Il resto l’avrebbe fatto la decisione delle autorità – dopo anni in cui le forze dell’ordine erano riuscite ad evitare che le due tifoserie si incrociassero – di consentire ai napoletani di fermarsi all’autogrill, tra l’altro proprio a Badia al Pino, lo stesso dove morì Gabriele Sandri nel 2007, e di tenerli fermi all’interno, ma evidentemente con un certo margine di libertà di movimento, mentre auto e pulmini dei tifosi romanisti passavano in autostrada e provavano, senza riuscirci, ad entrare nell’area di sosta. È la ricostruzione più credibile che viene in mente guardando i video che circolano tra gli agenti della Digos che quotidianamente si occupano di stadio, alcuni dei quali mandati in onda anche dal tg de La7, a proposito degli scontri di ieri pomeriggio sulla A1. Sugli scontri sta indagando il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, che oggi ha usato parole durissime, specificando che la caccia ai responsabili di quanto accaduto è ancora in corso, mentre si apprende che 180 tifosi sono stati identificati dopo la rissa in autostrada e la loro posizione è al vaglio della procura.


Alcuni giornali oggi hanno riferito che nella chat degli ultras fin dalla mattina di ieri si sapeva dell’appuntamento. Dalle parti del Viminale si spiega, invece, che l’unica cosa accertata è che entrambe le tifoserie sapevano che sarebbero passate a distanza ravvicinata le une dalle altre e che l’occasione poteva essere propizia per regolare i conti mai sanati dopo la morte di Ciro Esposito a Roma, nel 2014. Ma è stata la sosta all’autogrill a fornire l’occasione. Nel primo video che vi mostriamo, inedito, le vetture con a bordo i romanisti fanno letteralmente retromarcia quando vengono investite dai colpi e dai fumogeni dei napoletani. Anche nel secondo video si vede che i tifosi romanisti tornano indietro e, del resto, che alcuni abbiano parcheggiato l’auto per tornare all’autogrill ai bordi dell’A1 risultava anche dalle altre ricostruzioni pubblicate solo stamattina.


Sempre nel secondo video, si sentono distintamente le voci degli agenti Digos che seguivano alcune auto dei romanisti – non però in un convoglio scortato – parlare via telefono con dei colleghi, presumibilmente quelli che si sono fermati per seguire i napoletani proprio nell’autogrill, perché chiedono agli altri se li vedono e di fare «sì con la testa»: «Noi siamo otto, contati», dice l’agente. Un particolare non da poco: le immagini mostrano decine di ultras che si picchiano e del resto le identificazioni sono già arrivate a quasi 200 nomi, 100 solo tra i romanisti. Infine, nel terzo video si vedono decine di manifestanti correre verso l’autogrill e buttarsi negli scontri con gli avversari. Anche negli audio che pubblichiamo, girati nelle chat delle tifoserie, si parla di una sosta che ha permesso che «scoppiasse il bordello», posto che questi racconti vanno ascoltati con prudenza. I tifosi sono i primi a sapere che le chat sono monitorate dalle questure di tutta Italia. La procura di Arezzo per ora è prudente: fonti del tribunale aretino spiegano ad Open che tutte le ipotesi sono al vaglio.

Ora per il Viminale e per lo stesso ministro Piantedosi sarà importante capire se gli incidenti di ieri segnano l’alba di nuove tensioni tra tifoserie. Per ora gli occhi sono puntati soprattutto su Napoli-Juventus di venerdì prossimo.

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