La teoria del ministro Sangiuliano: «Dante ha fondato il pensiero di destra italiano» – Il video

Va creata una «cultura della nostra nazione» dice il ministro che tira in ballo il Sommo Poeta

Nel pantheon della cultura di destra secondo il ministro Gennaro Sangiuliano non ci sarebbero solo Giuseppe Prezzolini, Leo Longanesi o Gabriele D’Annunzio. Ben prima sarebbe stato Dante Alighieri a gettare le fondamenta del pensiero conservatore italiano. Alla convention di Fratelli d’Italia a Milano sulla presentazione dei candidati per le prossime Regionali, Sangiuliano intervistato dal condirettore di Libero, Pietro Senaldi, la butta lì: «So di dire una cosa molto forte, ma penso che Dante Alighieri sia stato il fondatore del pensiero conservatore italiano: la destra ha cultura – ha aggiunto il ministro – deve solo affermarla». Evocato il padre della lingua italiana, Sangiuliano è quindi tornato sulla battaglia contro i termini esterofili del parlato comune, provando a spiegare ancora una volta come vorrebbe rivalutare un vocabolario più italico: «Non come i francesi che neanche chiamano così il computer, però dobbiamo renderci conto ed essere all’altezza della nostra grandezza». L’obiettivo secondo Sangiuliano non sarebbe quella di creare un’egemonia di destra contro quella gramsciana di sinistra, ma una «cultura della nostra nazione». A cominciare evidentemente da Dante “padre della destra”. Un’idea che scatenerà inevitabili polemiche: «Quella visione dell’umano della persona la troviamo in Dante – prova a spiegare il ministro – ma anche la sua costruzione politica credo siano profondamente di destra. Ma io ritengo che non dobbiamo sostituire l’egemonia culturale della sinistra, quella gramsciana, a un’altra egemonia, quella della destra. Dobbiamo liberare la cultura che è tale solo se è libera, se è dialettica».


Le reazioni

Le polemiche dopo le parole di Sangiuliano sono arrivate puntuali, a cominciare dal portavoce dei Verdi Angelo Bonelli: «Basterebbe il fatto che Dante stava con i guelfi bianchi e chi lo ha esiliato sono i neri: ogni altra considerazione è superflua». Incredulo Carlo Calenda che su Twitter si affida a un laconico: «Ma si può?!». E poi c’è la capogruppo del Pd in commissione cultura alla Camera, Irene Manzi, che parla di parole improbabili: «Se non fosse un momento drammatico per il Paese ci sarebbe da ridere».


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