Regionali Lazio, Donatella Bianchi: «Dopo il voto valuterò se dare a D’Amato la vicepresidenza». Poi la correzione

La candidata del Movimento 5 stelle, al termine di un evento con la Confcommercio, aveva detto di «non escludere nulla» per il post elezioni

«In questo momento non mi sento di escludere nulla. Se ci troveremo nel merito degli obiettivi, proporrò una vicepresidenza a D’Amato». Una dichiarazione lineare, che non avrebbe stupito se fosse stata fatta qualche mese fa, quando il campo largo prospettato da Enrico Letta e accettato da Giuseppe Conte faceva credere che il sodalizio tra Partito democratico e Movimento 5 stelle potesse consolidarsi. Non ci si sarebbe sbalorditi soprattutto nel Lazio, dove le due forze politiche hanno lavorato insieme nella giunta Zingaretti. Le cose, però, hanno preso un’altra piega, con il termovalorizzatore romano a fare da casus belli e il trend di consenso che ha iniziato a premiare i grillini quando si sono divincolati dall’abbraccio del Nazareno. Così, la rottura ha portato i 5 stelle a individuare in Donatella Bianchi la loro candidata per la Regione. Quando oggi, a margine di un incontro con la Confcommercio, ha ventilato l’ipotesi di un ticket post elettorale con Alessio D’Amato, lo staff del Movimento deve aver vissuto attimi di concitazione.


«In Lombardia è stata fatta una scelta precisa che partiva dal programma: quindi no a nuovi impianti, riduzione progressiva di quelli esistenti e impegni per investimenti certi sullo sviluppo della raccolta differenziata – ha detto Bianchi -. Se ci troveremo, su questo come su altri punti, che in questo momento ci vedono distanti, perché non fare un accordo. Non ho pregiudiziali nei confronti di nessuno e magari proporrò una vicepresidenza a D’Amato». Dopo un’ora, le agenzie ribattono una sorta di correzione del tiro: «Alcuni giorni fa, D’Amato mi ha proposto di fare un passo indietro per fare la vicepresidente. Per questo ho dichiarato in maniera provocatoria che dovrebbe essere D’Amato a fare un passo indietro. Siamo stanche di sentire che devono essere le donne a farlo. Lo dico una volta per tutte: non ci sono le condizioni per dialogare con un Pd che nel Lazio ha un programma alternativo al nostro su tanti temi, tra tutti quello ambientale». Ma se si trattava di una provocazione, irrealizzabile in quanto tale, che bisogno c’era di tornare sull’argomento per specificarlo? «Le agenzie hanno male interpretato quella che era ovviamente una battuta», spiega a Open un esponente dei 5 stelle.


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