Il sospetto dei covi ripuliti dopo l’arresto, il comandante del Ros Angelosanto non molla: l’ipotesi delle tracce dei fiancheggiatori

Le analisi della Scientifica potranno svelare se davvero sia entrato qualcuno nei nascondigli del boss mafioso subito dopo il suo arresto

Sono diverse le scatole vuote ritrovate nei covi di Matteo Messina Denaro scovati dagli inquirenti a Campobello di Mazara dopo ore per il primo, giorni per gli altri due, dall’arresto del boss mafioso nella clinica La Maddalena di Palermo. Un tempo sufficiente per far crescere il sospetto che qualcuno possa essere riuscito a entrare in quelle case prima che arrivassero carabinieri e polizia. Un’ipotesi che neanche il comandante del Ros, Pasquale Angelosanto, se la sente di escludere: «Non siamo in grado di dire se qualcuno sia andato prima – ha detto a Porta a porta su Rai1 – È un’ipotesi, ma allo stato non siamo in grado di confermarla». Solo oggi è emerso un terzo covo del boss, sempre a Campobello di Mazara. La casa è stata trovata dalla polizia di Stato completamente vuota. In via Maggiore Toselli n.34, i carabinieri del Ros sono riusciti a entrare solo 48 ore dall’arresto. In quell’appartamento di proprietà di Errico Risalvato, gli inquirenti hanno scoperto una porta scorrevole dietro un armadio pieno di vestiti: da lì si accedeva a una stanza blindata, un vero e proprio bunker, in cui erano stati lasciati collane, bracciali e pietre preziose. Era tutto in ordine nelle rispettive custodie, ma c’erano anche scatole senza alcun contenuto. Secondo il proprietario di casa, quello sarebbe solo uno sgabuzzino in cui teneva oggetti di famiglia. Una ricostruzione che non convince gli inquirenti, che anche in quel caso hanno fatto effettuare dal personale della Scientifica le analisi utili a capire chi fosse entrato lì dentro, magari lasciando qualche traccia.


ANSA/GOOGLE MAPS | I tre covi di Matteo Messina Denaro individuati finora dagli inquirenti a Campobello di Mazara. 1 – vico San Vito (ex Cb31); 2 – via Maggiore Toselli, 3 – via San Giovanni

Il lavoro della Scientifica

Ed è lo stesso comandante Angelosanto a tenere viva la speranza su questo fronte: «Mi auguro che, se ci sia stato qualcuno, abbia lasciato qualche traccia». In quel covo per esempio sarebbero state trovate anche cicche di sigarette e chissà che eventuali fiancheggiatori del boss non abbiano fatto qualche passo falso. In tutti i covi, ha aggiunto il comandante del Ros, «i carabinieri del Ris stanno facendo rilevamenti di carattere biologico, reperti biologici, perché l’unico modo per poter dire che quei luoghi erano frequentati da alcune persone è trovare tracce di dna da sequenziare per poi metterle da parte per confrontarle col dna di tutti gli indagati che incroceranno queste indagini». Angelosanto assicura che il lavoro va avanti in modo meticoloso, «di fino», senza escludere nulla: «Poi cercheremo di capire se nell’abitazione ci sono ambienti e cavità nascoste o casseforti coperte da intercapedini».


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