Walter Sabatini e il doping nel calcio: «Prendevo farmaci per l’anemia e l’asma in grande quantità ma ora non ho paura»

L’ex calciatore oggi Ds: andavo dal massaggiatore e gli dicevo “dai, fammi un Neocromaton”

Walter Sabatini attualmente è un direttore sportivo senza squadra. Tra le sue ultime conduzioni si ricordano quelle di Salernitana e Roma. Prima aveva giocato a centrocampo con il Perugia e il Varese. E oggi in un’intervista a La Stampa interviene nel dibattito sul doping nel calcio. Il dibattito si è riaperto dopo la morte di Gianluca Vialli. Il presidente della Lazio Claudio Lotito aveva parlato di malattie legate alle cure dei calciatori. Tirando in ballo anche Mihajlovic. Sabatini conferma quanto detto da altri calciatori dell’epoca, in ultimo Dino Baggio, Raducioiu e Brambati. «Non era doping. O almeno non era un doping prestazionale. Si cercava di migliorare la condizione. Con prodotti che in quel momento erano legali, ma presi in grande quantità», premette oggi.


La storia di Bruno Beatrice

Sabatini dice di condividere la preoccupazione di Dino Baggio: «Le dosi eccessive possono aver portato a qualche problematica importante negli anni successivi. C’è stata una larghissima moria di giocatori». Poi aggiunge che non gli va di pensare a Vialli come oggetto d’indagine. E rievoca la vicenda di Bruno Beatrice.  Il calciatore si ammalò nel 1985, un anno dopo il ritiro, per una leucemia linfoblastica acuta. Secondo il racconto della vedova nel 1976 aveva trattato una pubalgia cronica con radioterapia a base di raggi X. Anche altri calciatori della Fiorentina, la squadra in cui militava, morirono prematuramente. La procura di Firenze ipotizzò all’epoca il reato di omicidio preterintenzionale nei confronti dell’allenatore dei viola Carlo Mazzone. I giudici archiviarono l’indagine per prescrizione. «Passavano i medici, ti facevano le punture e non sapevi quello che ti iniettavano. Mi facevo due iniezioni prima della partita senza domande», dice oggi Sabatini.


Neocromaton e Micoren

Sabatini dice che negli Anni Settanta ha ricevuto somministrazioni di Neocromaton e Micoren (un antiasma, ndr): «Prodotti corroboranti. Per capirci, non parliamo di sostanze come l’Epo. Quando mi sentivo giù, andavo dal massaggiatore e gli dicevo “Dai, fammi un Neocromaton (un farmaco per l’anemia, ndr)”. Era una cosa normale». E pensa che le preoccupazioni di oggi siano comprensibili e giustificabili. Ma lui non ne ha mai avute: «Spero di non farmi da uccello del malaugurio». Mentre adesso nel calcio «gli integratori sono più evoluti e controllati. Non credo che ci sia il doping nel calcio. I giovani sono maturati e consapevoli. Per un’aspirina devi fare un’interrogazione parlamentare, per l’intramuscolo serve un primario. Sono cambiati il pensiero e la percezione. Altrimenti a cosa servirebbero le morti?».

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