La paura di Raducioiu sulle morti nel calcio: «Facevo flebo con liquido rosa». L’ex medico del Brescia: «Erano vitamine»

L’ex attaccante rumeno ha ammesso le sue paure dopo la morte di altri ex calciatori, da Vialli a Mihajlovic. Poi il chiarimento al telefono con l’ex responsabile dello staff sanitario del Brescia

Dopo i timori espressi dall’ex centrocampista Dino Baggio, che ha adombrato un legame tra i recenti decessi di ex compagni, tra cui Gianluca Vialli e Sinisa Mihajlovic, e le sostanze che i calciatori assumevano, parla ora anche l’ex attaccante del Bari Florin Raducioiu. Anche l’ex calciatore rumeno che oggi ha 52 anni, sostiene di aver accettato durante la carriera sportiva di farsi somministrazione farmaci di dubbia legalità da parte dei medici di Serie A. «Facevo flebo con un liquido rosa», ha spiegato Raducioiu in un’intervista alla tv rumena Orange Sport. «Lo ammetto, – continua Raducioiu – ho preso anche delle medicine. Ora chiamerò il medico che ci seguiva a Brescia per capire di più. Per sapere che medicine ho preso a Milano, Brescia, Verona (città nelle cui squadre militò negli anni ’90, ndr)». «Non sapevamo che cosa stavamo prendendo – ha aggiunto Raducioiu – Ci è sempre stato detto che si trattava di vitamine, di glucosio. Per tutto il tempo facevamo flebo con questo liquido rosa, alla vigilia delle partite. Lo ricordo perfettamente». E poi ancora: «A Milano prendevamo altre cose, pillole. L’ho detto prima e dopo la morte di Gianluca Vialli, c’era anche Gică Popescu. Dobbiamo chiederci perché si verificano queste morti premature», ha concluso Raducioiu, ospite del programma Sport Report dell’emittente rumena.


«Il medico del Brescia mi ha detto che erano vitamine»

Dopo l’intervista, Florin Raducioiu ha dato seguito ai suoi propositi, chiesto spiegazioni al responsabile dello staff medico del Brescia che lo seguiva negli anni ’90. «Ho telefonato al dottor Fabio De Nard, che allora lavorava nel Brescia ed era alla guida dello staff medico». Per lo specialista, che ha tranquillizzato l’ex calciatore di Brescia, Milan, Verona e Bari, all’interno di quel «cocktail» ci sarebbero stati «tre componenti somministrate in vena: vitamina C, vitamina B e un’altra sostanza che riduceva il processo di affaticamento dei muscoli. Mi ha anche spiegato cosa fosse quel colore rosa: dipendeva dalla vitamina B. Mi sono sentito rassicurato: prendevamo integratori, cose contro i radicali liberi, tutto assolutamente legale. Sono contento di aver parlato con il dottore. In trasmissione avevo detto quello che è risaputo, cioè che all’epoca tutti assumevano sostanze e non c’era l’informazione che c’è oggi. Anche per questo ho sentito il bisogno di informarmi meglio, seppur a distanza di tempo», ha concluso.


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