Ginnastica, le urla all’atleta dell’allenatrice interdetta per maltrattamenti: «Qua dentro chi comanda?» – Il video

La Procura di Brescia ha deciso di impedire a Stefania Fogliata di esercitare la sua professione in tutte le palestre d’Italia per un anno

A poche ore di distanza dall’interdizione da parte della Procura di Brescia per l’allenatrice di ginnastica ritmica Stefania Fogliata spunta un breve video dei maltrattamenti nei confronti di una giovane atleta. «Credi che non dia fastidio quello che fai te?», dice la ginnasta con la voce che trema. «Qua dentro chi è che comanda?», risponde Fogliata. «A mali estremi, estremi rimedi». Poi l’indicazione per l’allenamento “punitivo”. L’allenatrice della palestra di Calcinato (Brescia) ha fondato nel 2016 l’Accademia di ginnastica ritmica Nemesi: la Procura ha deciso per lei l’interdizione di un anno a esercitare la professione in tutte le palestre d’Italia. Gli uomini della Squadra Mobile della Questura hanno notificato il provvedimento per la 30enne dopo l’indagine nata nell’agosto scorso dalla testimonianza di due atlete. Il gip del tribunale di Brescia parla di «quotidiano stillicidio di improperi e umiliazioni ai quali si sono sommate le percosse». Tra le accuse anche quella di costringere le allieve a «saltare pranzi o la scuola» e a sottoporsi ad «allenamenti ed esercizi gravosi esasperandole per finalità agonistiche».


Federginnastica: «Anche la procura federale verso misura interdittiva»

Sulla questione si è espressa anche la Federginnastica. «In riferimento alla notifica della Procura di Brescia nei confronti di Stefania Fogliata, la FGI tiene a precisare che l’allenatrice non è a contratto con la Federazione», spiega. «La società in cui lavorava (“Accademia di Ginnastica Ritmica “Nemesi” a Calcinato (BS), costituita nel 2016 e affiliata solo nel 2021, è un soggetto privato autonomo e non collegato alla Federazione». Oltre al provvedimento della procura di Brescia, anche la procura federale fa sapere dell’arrivo di una misura interdittiva nei confronti della tecnica. «In attesa di avere un quadro completo delle indagini, sarà valutata anche la posizione della società sia a titolo di responsabilità oggettiva che diretta per omessa vigilanza su quanto compiuto dall’allenatrice», concludono dalla Federazione.


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