Il piccolo Ryan fuori dalla terapia intensiva, l’annuncio del papà: «Ho gli occhi lucidi, ma finalmente di felicità»

Il bambino di sei anni potrà affrontare la riabilitazione dopo che le sue condizioni di salute sono state giudicate «soddisfacenti» dai medici del Gaslini di Genova

Ha lasciato il reparto di terapia intensiva il piccolo Ryan, il bambino di sei anni di Ventimiglia ricoverato dallo scorso 19 dicembre in gravissime condizioni al Gaslini di Genova. Il piccolo era arrivato in ospedale con lesioni profonde a milza e polmoni, oltre la frattura di otto vertebre. Secondo la direzione dell’ospedale, il bambino è in «condizioni cliniche soddisfacenti», al punto da poter essere trasferito in un nuovo reparto in cui potrà affrontare un percorso di riabilitazione. Lo conferma anche suo padre Simone, che ogni giorno sui social commenta le condizioni di salute di suo figlio: «Arrivo a Genova e ricevo una notizia fantastica. Dalla semi intensiva siamo in fisiatria. Niente di più bello, ho gli occhi lucidi ma finalmente per la felicità. Continua così campione».


Le indagini sui nonni

Sul caso del bimbo arrivato ferito in ospedale indaga la procura di Imperia, che nelle prime battute aveva aperto un fascicolo contro ignoti. Il piccolo si trovava insieme a sua nonna e al compagno della donna. I due avevano raccontato agli inquirenti che il bambino era rimasto ferito perché probabilmente investito da un’auto, dopo essere sfuggito al loro controllo. La procura ha ipotizzato che dietro le ferite del piccolo ci fossero stati dei maltrattamenti da parte della nonna e il compagno. I due vengono quindi indagati per lesioni gravissime in concorso.


Il chiarimento della procura

Dopo l’esplosione mediatica della vicenda del bambino di Ventimiglia, il procuratore di Imperia ha diffuso una nota lo scorso 17 gennaio, in cui ha riportato alcune considerazioni sul caso, ritenendo doveroso «pur nel rispetto del segreto di indagine, di dove indicare alcuni elementi attualmente acquisiti con ragionevole attendibilità – aveva scritto Alberto Lari – Gli accertamenti effettuati finora in ordine alla produzione delle più gravi lesioni riportate dal minore, e che hanno determinato il pericolo di vita, non paiono ricondurre dette lesioni a condotte volontarie di percosse o maltrattamento. Il che ovviamente non esclude in radice che condotte lesive volontarie possano essersi realizzate in epoca antecedente, tema investigativo questo in fase di approfondimento sul quale non è possibile allo stato formulare alcuna anticipazione».

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