Juventus, la sentenza sulle plusvalenze e il pericolo (remoto) della serie B: «Vi spiego perché le altre società non rischiano»

Un’ulteriore penalizzazione in arrivo per la manovra stipendi. E la possibilità concreta che i bianconeri rimangano gli unici penalizzati. Parla l’esperto Eduardo Cacchio

Ieri la Corte d’Appello della Figc ha pubblicato le motivazioni della sentenza plusvalenze che ha condannato la Juventus a 15 punti di penalizzazione da scontarsi nel campionato 2022/23. I legali dei bianconeri hanno preannunciato il ricorso in appello. Sostenendo che la decisione è infondata dal punto di vista del diritto sportivo. Ma in molti si sono chiesti se altre società rischiano penalizzazioni. E perché non sono state ancora punite. Oggi il Messaggero spiega che la Juve potrebbe rischiare la serie B. Le motivazioni danno infatti forza alle indagini della procura sulla manovra stipendi. Perché, come ha spiegato l’ex presidente Franco Cobolli Gigli, può arrivare a configurare un falso in bilancio. E un’ulteriore penalizzazione potrebbe portare i bianconeri in zona retrocessione. Non solo: nel mirino della giustizia sportiva ci sarebbe anche l’ultimo scudetto. Mentre la Uefa valuterà l’esclusione dalle coppe per la violazione del Financial Fair Play (Ffp).


Le motivazioni e le altre squadre

Ora il club ha 30 giorni per presentare ricorso al Collegio di Garanzia. Che però ha facoltà di decidere solo su questioni di legittimità e non sul merito. Intanto il procuratore Chiné ha chiesto la proroga di 40 giorni per le indagini relative alle manovre stipendi. E prosegue la fase istruttoria anche per il «plusvalenze bis», relativo agli scambi con le società «amiche». Legalmente parlando, anticipa oggi il Corriere della Sera, il club chiederà che le sanzioni siano unificate e quindi mitigate attraverso l’istituto della continuazione (per cui si aumenta la sanzione per il fatto più grave invece di sommare tutte le sanzioni). Il quotidiano dice che in punta di diritto (che poi sarà il profilo che sarà valutato dal Collegio di garanzia presso il Coni) la revocazione è possibile. E questo perché le garanzie previste in un procedimento penale non sono interamente sovrapponibili a quelle del giudizio sportivo.


Le altre condanne (im)possibili

Si è anche superato il principio del “Ne bis in idem”. Perché non c’è stato nessun procedimento «bis». Per effetto della revocazione si è infatti ritornati all’interno dell’originario procedimento. E infatti non si è tornati al primo grado, ma si è solo celebrato un nuovo appello. L’avvocato Eduardo Cacchio, esperto di diritto sportivo, spiega oggi in un’intervista a Repubblica che sarà difficile vedere altre condanne come questa. Nel colloquio con Matteo Pinci il legale dice che ci sono tre punti chiave nella sentenza: «le dichiarazioni sostanzialmente confessorie rese dai dirigenti della Juve nelle intercettazioni. Non solo da quelli che occupavano posizioni apicali, ma anche chi si interessava di aspetti di carattere amministrativo. Poi, la Corte spiega cosa significhi “plusvalenza artificiale”. Aggettivo utilizzato, tra l’altro, dagli stessi dirigenti della Juve. Terzo aspetto, una valenza decisiva e determinante viene conferita al famoso “Libro Nero di FP” che a avviso della Corte costituisce un documento dall’interpretazione inequivocabile».

Le eccezioni preliminari

Le altre società sono state prosciolte perché, secondo la Corte, «i manoscritti, il “Libro Nero”, la documentazione acquisita dalla Procura di Torino, non coinvolgono direttamente le altre società. Ma solo di rimando. Quindi, non esiste prova di una loro responsabilità». L’avvocato Cacchio sostiene che le eccezioni preliminari degli avvocati della Juventus potrebbero essere accolte dal Collegio di Garanzia. Questo porterebbe all’annullamento della sentenza e delle sanzioni. «Ci sono tre possibilità. La prima: il Collegio respinge l’impugnazione della Juventus. Seconda: accoglie il ricorso senza rinvio. Cioè annulla la delibera impugnata senza ulteriore procedimento. È lo scenario più favorevole ai bianconeri. Terza: individua nella decisione una carenza motivazionale, una illogicità della motivazione. E si pronuncia con rinvio. Rimandando gli atti all’organo giudicante che ha emesso la sentenza. E disponendo una rideterminazione della sanzione».

Juventus unica penalizzata

«Naturalmente, però, il Collegio non potrà entrare nel merito della vicenda. Ma solo valutare la legittimità del percorso procedurale e motivazionale della Corte federale», conclude. Infine, Cacchio spiega che con questa normativa sarà molto difficile punire altri club. E che la Juve dovrebbe quindi rimanere l’unica penalizzata. E questo perché «la Corte d’Appello nelle motivazioni invoca ancora una volta un mutamento normativo da parte della Federcalcio. Che preveda cioè specifiche sanzioni per le violazioni in materia di plusvalenze. A oggi, con questo quadro normativo, senza l’intervento di una Procura della Repubblica e della Consob non si sarebbe mai giunti a una sentenza di condanna».

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