Caso Donzelli, parla il ministro Nordio: «Tutti gli atti riferibili ai detenuti in 41 bis sono sensibili»

Intervenendo alla Camera su Cospito, il ministro della Giustizia ha dato mandato al capo di gabinetto di ricostruire l’accaduto, ma non approfondisce la questione «per rispetto del lavoro della Procura di Roma» che ha aperto un fascicolo di indagine. Donzelli e Delmastro non si presentano in Aula

Una premessa che suona come una sconfessione. Carlo Nordio, intervenendo alla Camera sul caso Cospito, deve riferire anche su quanto avvenuto durante la seduta di ieri, 31 gennaio. Giovanni Donzelli, per attaccare i deputati del Partito democratico, ha utilizzato delle informazioni ricevute dal coinquilino e compagno di partito, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Informazioni contenute in un documento riservato del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. «Tutti gli atti riferibili a detenuti in 41 bis sono per loro natura sensibili. Ragion per cui, ai fini di un’ostensione, occorre una preventiva verifica», sostiene il Guardasigilli. Frase che sottolinea quantomeno l’imprudenza dell’intervento fatto dal coordinatore di Fratelli d’Italia. Il ministro della Giustizia ha chiesto anche al capo di gabinetto di via Arenula di ricostruire l’accaduto. Tuttavia, Nordio non approfondisce ulteriormente la questione, spiegando che «l’apertura del fascicolo della Procura di Roma rappresenta un elemento di novità». E conclude l’informativa sottolineando di voler «tener conto del rispetto per il lavoro degli inquirenti». Al termine dell’intervento, i deputati di centrosinistra manifestano disappunto per non aver ricevuto tutte le risposte che si aspettavano. Si solleva un «bah» unanime. Delmastro e Donzelli, fanno notare alcuni esponenti delle opposizioni, non si sono presentati in Aula: «Codardi».


Le repliche dei gruppi parlamentari

Se i deputati Ciro Maschio, di FdI, e la leghista Simonetta Matone si tengono alla larga dalla vicenda che travolge Delmastro e Donzelli, gli onorevoli delle opposizioni incalzano il ministro a prendere una posizione più netta. Inizia la capogruppo del Partito democratico, Debora Serracchiani, il cui nome era stato citato da Donzelli nell’intervento di ieri. «Quello che è accaduto è di una gravità inaudita. Da questi comportamenti viene messa in pericolo la sicurezza nazionale. Basterebbe questo ad allontanare dai ruoli che ricoprono sia Delmastro e Donzelli. L’uso che è stato fatto di quelle informazioni ha minato il rapporto fra istituzioni dello stato e fra maggioranza e opposizione». Si alzano tutti in piedi, ad applaudire, i parlamentari del Pd. Serracchiani prosegue: «Noi consideriamo come faro la Costituzione. Sulla base dei suoi principi abbiamo incontrato il detenuto Cospito. Mai abbiamo messo in dubbio l’applicazione del 41 bis e non abbiamo mai chiesto la revoca del 41 bis per il suo caso. Abbiamo chiesto il suo trasferimento in un carcere più idoneo, cosa che poi lei, ministro, ha fatto».


Serracchiani: «Nordio ci ha confermato che quei documenti non erano divulgabili»

«Ma ieri è accaduto un fatto gravissimo: l’onorevole Donzelli ha attaccato il Pd con parole lesive della nostra onorabilità. Ci siamo rivolti al giurì d’onore. Ieri Donzelli ha citato con dovizia di particolari documenti che non dovevano essere nella sua disponibilità tra cui intercettazioni effettuate nel carcere di Sassari. Lei, signor ministro, ha avviato una indagine interna, quindi quello che è accaduto ieri è un fatto grave. Lei stesso ci ha confermato che quei documenti non erano divulgabili. Ma il sottosegretario Delmastro ha confessato angelicamente di aver dato le intercettazioni riservate sui colloqui in carcere tra l’anarchico Cospito e due boss mafiosi a Donzelli. Se la relazione del Dap è nella disponibilità del capo del Dap, non può essere divulgata. Non è che se queste informazioni vengono acquisite per le vie brevi smettono di essere riservate. Quindi, che si tratti di documenti, di relazioni o di informazioni quello che è accaduto ieri è di una gravità inaudita. Da questi comportamenti viene messa in pericolo la sicurezza nazionale».

Baldino: «Mandato politico a Donzelli arriva da Palazzo Chigi»

La parlamentare Dem conclude: «Le chiediamo, ministro, di revocare le deleghe al sottosegretario, per la sicurezza nazionale e per l’onorabilità delle istituzioni che rappresentiamo». Tutto il gruppo dei deputati Dem, a partire dal segretario Enrico Letta, dà il via a una standing ovation quando Serracchiani chiede gli allontanamenti degli stesso Delmastro e Donzelli dai loro incarichi. «Dispiace, sinceramente, che la presidente Meloni faccia finta di niente, perché i fatti sono gravi, e se non sente il bisogno di intervenire siamo purtroppo costretti a pensare che abbia tollerato o addirittura approvato quanto avvenuto ieri». La vicecapogruppo del Movimento 5 stelle, Vittoria Baldino, ripropone il dubbio sollevato da Serracchiani sulla presunta connivenza di Giorgia Meloni con quanto avvenuto: «Dopo la sua informativa ministro non ci è chiaro se lei continua ad avere fiducia nel suo sottosegretario Delmastro. È evidente che non ci rassicura chi maneggia informazioni delicate con ingenuità o calcolata spregiudicatezza politica e ci risulta difficile pensare che un luogotenente della presidente del Consiglio come Donzelli si sia avventurato su questo crinale senza una regia politica, non ci fate ingenui: sappiamo che il mandato politico arriva da Palazzo Chigi. E ministro, la sua reticenza ha il sapore della complicità».

«Avete fatto un uso distorto di informazioni riservate»

«Ministro Nordio, se oggi siamo qui è perché la maggioranza ed il governo, per l’ennesima volta, hanno dato dimostrazione di una mancanza della cultura delle istituzioni e di come si governa la Nazione nell’esclusivo interesse della Nazione stessa, di quella Nazione che voi tanto sbandierate e di cui vi ergete a patrioti. Quello che è accaduto ieri, in quest’Aula, è al limite della farsa», prosegue la deputata, alla cui sinistra siede Giuseppe Conte. «Donzelli ha recitato una sceneggiata, strumentalizzando il caso Cospito e usandolo come clava politica per colpire le opposizioni. Ma ancor più grave è la condotta del sottosegretario Delmastro. Siamo a chiedere le dimissioni di Donzelli da vicepresidente del Copasir e la revoca delle deleghe a Delmastro. Forse, caro Donzelli, nella foga di presentarvi agli italiani come gli estremi difensori del 41 bis, la situazione vi è letteralmente sfuggita di mano fino ad ammettere di essere venuti in possesso di informazioni estremamente riservate e di averne fatto un uso distorto, utilizzandole come un’arma impropria nella dialettica politica».

Pittalis: «La sicurezza nazionale è messa in pericolo dagli anarchici, non da Donzelli»

Baldino conclude rincarando: «Il punto non è chiedere la revoca di deleghe e dimissioni per Donzelli e Delmastro, le diamo per scontate. Il punto è che ci chiediamo cosa osti a non fargliele presentare. Ministro, non ci è chiaro se lei continua a nutrire fiducia nei confronti del sottosegretario. Per noi è evidente che i cittadini non possono sentirsi tutelati da chi maneggia informazioni così sensibili con questa spregiudicatezza politica. Riteniamo indecente il suo intervento, ministro, in cui non ha detto nulla, confermando l’imbarazzo delle sua maggioranza e del governo di cui fa parte». Dopo di lei, interviene Pietro Pittalis di Forza Italia. A differenza dei deputati di FdI e Lega, non schiva il caso Donzelli: «A Serracchiani dico di essere garantisti non a corrente alternata. Evitiamo di alimentare il clima di odio, avete detto che la sicurezza nazionale è stata messa in pericolo da Donzelli? La sicurezza nazionale è messa in pericolo dagli anarchici come Cospito e da chi lo fomenta. Un dibattito senza rispetto reciproco rischia di inquinare vita democratica».

Fratoianni esorta Nordio ad agire, Noi moderati invita Donzelli a chiedere scusa

«Sulla vicenda Cospito che ha originato la sua presenza in Aula, lei non è in grado di dirci nulla di più di quanto emerso finora. Né ha detto nulla sulla vicenda gravissima che ha fatto irruzione ieri in questa Aula. Non ci dice nulla in più di quanto i suoi silenzi e imbarazzi ci hanno detto. Ma quello emerso ieri è grave e dovrebbe provocare per via naturale dei diretti interessati di dimettersi dai loro ruoli, Delmastro da sottosegretario e Donzelli da vicepresidente del Copasir. Se tutto questo non è avvenuto, il ministro poterebbe pensarci almeno per le deleghe al sottosegretario, e la presidente del Consiglio per il ruolo più complessivo». Così Nicola Fratoianni, per Alleanza verdi sinistra, unendosi al coro di chi invoca le dimissioni dei due esponenti di FdI e rimprovera a Nordio le reticenze della sua informativa. Ma è da Noi moderati che arriva la prima flessione in una maggioranza che, finora, continua a prendere le difese di Donzelli. Dopo la tiepida presa di distanze del leader Maurizio Lupi, in mattinata, il deputato Francesco Saverio Romano fa una reprimenda a Donzelli. Al suo posto, dice, «avrei chiesto scusa ai deputati del Pd», riferendosi alla prerogativa parlamentare di visitare le carceri nel rispetto della Costituzione sulla quale si giura a inizio mandato. «Io avrei chiesto scusa ai colleghi del Pd che si sono recati in visita perché non penserei mai di fare un’associazione tra chi svolge un’attività nobilissima come quella politica e la pena che è stata inflitta o l’accusa che viene rivolta ai visitati».

Faraone: «Donzelli è stato una cassa di risonanza dei mafiosi. Non può più restare vicepresidente del Copasir»

Davide Faraone prende parola a nome del Terzo polo e si interroga sulle assenze in Aula dei due protagonisti della vicenda: «Dov’è oggi Donzelli, oggi scappa? Sarebbe stato corretto che Donzelli, insieme al sottosegretario Delmastro, fossero stati presenti oggi in Aula in un dibattito che li riguarda direttamente, ma anche le loro assenze parlano». Faraone spende elogi per Nordio, ma pone l’accento sulle difficoltà del guardasigilli nel dover rispondere a una maggioranza con idee diverse dalle sue: «Nordio non è stato reticente, i suoi silenzi hanno parlato. Solidarietà al ministro. Crediamo che il vero problema ce l’abbia lei con il partito di maggioranza che non la sostiene, con un sottosegretario che agisce in maniera differente dal suo pensiero. Lei ieri è stato contraddetto tre volte da Delmastro e Donzelli, sulla diffusione delle intercettazioni, sull’uso delle intercettazioni come strumento di battaglia politica, sulla difesa del 41 bis come strumento per impedire a mafiosi e terroristi di dialogare tra di loro. È Fratelli d’Italia che non la sostiene», conclude Faraone. Quanto a Donzelli, «è stato una cassa di risonanza dei mafiosi. Non può più restare a fare il vicepresidente del Copasir».

Magi: «Nordio completamente elusivo, a questo punto la responsabilità ricade su di lui»

L’ultimo intervento spetta a Riccardo Magi di +Europa. Il quale, dopo aver richiamato l’attenzione di Nordio, che stava dialogando con il viceministro Francesco Paolo Sisto, afferma: «Noi oggi avremmo voluto sentirla, in questa Aula, smentire che si tratti di una relazione di questo tipo o precisare che tipo di atto è quello a cui ha avuto accesso Donzelli per tramite di Delmastro, lei su questo è stato completamente elusivo. Se la finalità del 41 bis è impedire la comunicazione tra detenuti ed esterno, ieri quelle comunicazioni sono state garantite dall’onorevole Donzelli. Lei si assume la responsabilità di non intervenire, ma si deve assumere anche la responsabilità di dirci cosa è accaduto rispetto alle dichiarazioni di Donzelli. Lei non ha voluto o non ha potuto prendere delle decisioni rispetto alle deleghe del sottosegretario né dirci parole chiare, a questo punto quella responsabilità ricade direttamente su di lei e sul presidente Meloni».

La riproposizione dell’informativa a Palazzo Madama

Al Senato, Nordio ribadisce quanto detto a Montecitorio, leggendo quasi pedissequamente il documento che regge in mano, soprattutto nel passaggio in cui deve esprimere una posizione sull’affaire Delmastro-Donzelli. Giuseppe De Cristofaro, di Sinistra italiana, dice: «La sua informativa non solo è imbarazzante, ma imbarazzata», lamentando il fatto che non è stato aggiunto nulla in più rispetto a quanto si può leggere sui giornali. «L’atteggiamento di Donzelli – integra – è stato squadrista. Ha lanciato accuse grottesche usando informazioni riservate di cui non doveva essere nemmeno lui in possesso. Cinismo, leggerezza e inadeguatezza che non lo possono far restare alla vicepresidenza del Copasir. Stessa cosa per Delmastro, che ha passato a Donzelli informazioni riservate per poi essere usate contro le opposizioni». Dafne Musolino, per le Autonomie, incalza sulle dimissioni: «Difendiamo le prerogative del Parlamento e dei parlamentari, per questo le dichiarazioni rese ieri da Donzelli sono molto gravi. Ha mancato di rispetto all’intero Parlamento». Sia le sue affermazioni che quelle di Delmastro, aggiunge Musolino, «gettano una pesante ombra sull’adeguatezza di entrambi a ricoprire l’incarico di vicepresidente del Copasir e di sottosegretario».

È il turno di Matteo Renzi, Terzo polo, che di Nordio ha sempre espresso pubblicamente una gran stima: «Potevamo festeggiare la cattura di Messina Denaro, un successo di tutto il Paese, ma il clima è stato rotto dall’intervento sguaiato e del tutto fuori luogo di Donzelli. Quello che è accaduto ieri alla Camera è inqualificabile. Non ti metti ad attaccare gli avversari accusandoli di non di essere lo Stato, non è lo Stato chi utilizza materiale riservato per attaccare gli avversari. Abbiate il coraggio di dire che questo tema prima o poi dovrete scioglierlo o state dalla parte del garantismo o no. È un tema politico. Volete avere una visione della giustizia moderna o pensate di rincorrere il giustizialismo forcaiolo di Donzelli e Delmastro?». Non manca l’ironia nell’intervento del fondatore di Italia Viva, il quale, in un passaggio, schernisce i due esponenti di FdI che condividono lo stesso appartamento: «C’è chi confonde la Camera dei deputati con la cameretta di casa che si condivide».

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