Il caso Alfredo Cospito continua a catalizzare il dibattito politico. Dopo le polemiche per le affermazioni di Giovanni Donzelli alla Camera, al centro della vicenda è tornata la revoca o meno del 41 bis all’anarchico, in sciopero della fame da 105 giorni. La procura di Torino e la direzione nazionale Antimafia hanno dato il loro parere, mentre la Cassazione ha anticipato l’udienza per la decisione al 24 febbraio. A Dritto e rovescio, nella puntata in onda giovedì 2 febbraio, Giorgia Meloni è intervenuta nuovamente sulla vicenda ribadendo la linea del governo. «Se stabilissi il principio che chiunque sta al 41 bis fa lo sciopero della fame e io lo tolgo dal 41 bis», ha detto la premier, «noi domani quanti mafiosi avremmo che fanno lo sciopero della fame? E se non tiriamo fuori quei mafiosi che fanno lo sciopero della fame al 41 bis altrimenti ci fanno saltare le macchine, quante macchine salterebbero?».
Linea dura
«Lo Stato non tratta neanche con il terrorismo, esattamente come abbiamo sempre detto che lo Stato non tratta con la mafia», dice la presidente del Consiglio, che poi fa un riferimento alla vicenda personale di Cospito, «nel 1991, già in carcere, decise di fare lo sciopero della fame, e venne graziato. Lo Stato lo ha graziato ed è andato a sparare a della gente. Non stiamo parlando di una vittima, per come la vedo io». Dopo aver espresso il suo parere e la linea che intende tenere il governo, Meloni precisa: «Ho letto ricostruzioni e titoli di giornale in forza dei quali sembra che dipenda da me la decisione, cosa che non è perché dipende da altri canali e ambiti».
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