Il piano di Alfredo Cospito: ingrassare fino a 120 chili in carcere prima dello sciopero della fame

Lo racconta la nota informativa del Gom. Che spiega anche la genesi della rinuncia al cibo

Non solo dialoghi con i mafiosi. Nel piano di Alfredo Cospito per lo sciopero della fame contro il 41 bis c’era anche l’idea di ingrassare prima del digiuno. Lo racconta proprio la nota informativa del Gom, il nucleo della polizia penitenziaria responsabile del carcere duro. Inviata dal generale Mauro D’Amico, che nel frattempo è andato in pensione, su richiesta della segreteria generale del Dap Giovanni Russo. E destinata al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. E che poi è stata illustrata alla Camera da Giovanni Donzelli di FdI. Anche se le informazioni contenute erano considerate «sensibili». E quindi sono «riservate» e «a limitata divulgazione». Ma il ministro Carlo Nordio ieri ha “assolto” il deputato toscano. Mentre l’anarchico del Fai secondo la premier Giorgia Meloni «non è una vittima».


Il peso di Cospito

A parlare oggi del piano di Cospito è il Fatto Quotidiano. Nell’introduzione del documento si ricostruisce l’arrivo dell’anarchico nel carcere di Sassari. All’epoca Cospito già pesa 120 chilogrammi. Secondo la ricostruzione degli agenti della penitenziaria il detenuto all’inizio non aveva idea di cosa fosse il regime speciale del 41 bis. Né quali restrizione prevedesse l’applicazione ai terroristi. Soltanto quando l’anarchico apprende che può avere un solo colloquio al mese con i familiari e che la sua corrispondenza è sottoposta a controllo annuncia lo sciopero della fame. E qui entrano in scena anche gli integratori. Nella relazione ci sono le note di servizio sugli acquisti. Insieme ad altri prodotti che, dice la relazione, indicano l’intenzione di prepararsi allo sciopero della fame. Una circostanza confermata nei successivi dialoghi con i medici. Nei quali lui dice di «non avere bisogno di farmaci». E che vuole proseguire lo sciopero «il più a lungo possibile».


«So fino a che punto posso arrivare»

Proprio ai medici Cospito dice «so fino a che punto posso arrivare», «so fino a dove posso spingermi» e «so qual è il peso sotto il quale non posso scendere». Per questo al boss Francesco Di Maio dice «per fare lo sciopero della fame bisogna essere in salute». Proprio uno dei mafiosi verso i quali successivamente l’anarchico indirizza i parlamentari Pd andati a visitarlo. Intanto la Cassazione anticipa al 24 febbraio l’udienza in cui dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dal legale di Cospito contro l’ordinanza con cui il tribunale di sorveglianza di Roma ha confermato il 41 bis. Una decisione su cui non può non aver pesato l’aggravarsi delle condizioni di salute del detenuto, da 106 giorni in sciopero della fame. Ha già perso 45 chili. Ma è «assolutamente determinato ad andare avanti». «Pur sapendo che tutto questo lo porterà a conseguenze irreparabili», come riferisce il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini. Il legale ha incontrato il suo assistito nel carcere di Opera. Dove è stato trasferito dal 30 gennaio scorso.

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