Attenti al pollo, può essere un’arma contundente. Ammanettata per avere aggredito il compagno con la cena

La singolare “arma” usata durante la lite

Sono le 19,30 del primo febbraio quando gli agenti del Dipartimento di polizia di Eagle Lake, in Minnesota, ricevono una telefonata disperata attraverso il 911. È un uomo che invoca aiuto: «La mia compagna mi vuole ammazzare…». In sottofondo urla con voce femminile, così gli agenti non hanno perso un solo minuto. Accorsi in due, l’agente Guillemette e il suo vice Suckow, appena fuori dall’abitazione hanno sentito altre urla e fatto irruzione. Davanti ai loro occhi una donna – Natalie Elizabeth Bruemmer– che stava colpendo un uomo brandendo un oggetto non identificato. Gli agenti lo salvano e provano a mettere le manette a lei, per portarla in caserma. È complicato perché la donna urla, prova a picchiare gli agenti e scalcia. Farà così anche una volta ammanettata per strada, ed è una impresa metterla in macchina. Una volta imprigionata la donna, gli agenti raccolgono la denuncia della vittima, suo compagno da dieci anni. Lui racconta di essere uscito con lei litigando da un bar lì vicino, e che per strada la compagna ha continuato a picchiarlo sputandogli in faccia. Il litigio non si è calmato e all’improvviso la donna ha aggredito il poveretto colpendolo con un oggetto contundente sulla nuca e quasi tramortendolo. Sulla scena dell’aggressione l’oggetto era ancora lì: un pollo intero probabilmente lì per la cena. Gli agenti non dicono se era ancora crudo o arrostito, ma nel verbale confermano l’arma scrivendo che la vittima aveva ancora tracce di pollo fra i capelli. La donna aveva già precedenti per aggressione dello stesso compagno ed è stata quindi arrestata. Non è chiara l’accusa: tentato pollicidio del compagno di vita?


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