Nerano, il racconto dei genitori del bambino ritrovato: «Abbiamo temuto che l’avessero portato via, come con Angela Celentano»

Il riferimento è alla bambina di 3 anni scomparsa nel 1996 non lontano dal paese del piccolo Gennaro, e mai più ritrovata

Gennaro Rotoli, 3 anni, era scomparso nella mattina di ieri, 3 febbraio, a Nerano, nel comune di Massa Lubrense in provincia di Napoli. Dopo ore di angoscia e affannose ricerche, che hanno mobilitato l’intera comunità, è stato ritrovato in un sentiero non lontano dalla sua abitazione. Sua madre Giovanna Porzio, citata oggi dal Corriere del Mezzogiorno, ripercorre quanto successo: «Sei o sette minuti, tutto qui. Il tempo di preparare il latte per il piccolino di cinque mesi, poi sono tornata in camera da letto e nel lettone Gennaro non c’era più». Giovanna lavora in una parafarmacia della zona. Suo marito, Carmine Rotoli, è maestro d’ascia nel settore nautico. Oltre al piccolo Gennaro, la coppia ha un altro figlio: i quattro vivono in una villetta in collina, in aperta campagna, circondata da una fitta boscaglia.  


Il racconto della mamma

«Gennaro – racconta ancora la mamma – dormiva nel lettone con me e con il fratellino, per questo indossava solo un pigiamino azzurro e i calzini. Si è allontanato così, in punta di piedi, dopo avere aperto la porta e un cancelletto che dà sulla strada. Erano circa le 9.30». Da quel momento, ha avuto inizio un incubo durato ore: dopo aver accertato la scomparsa del piccolo, cercando invano intorno alla casa, Giovanna ha deciso di avvertire i carabinieri. E il marito, che si è immediatamente precipitato a casa. E confessa: «All’inizio ho temuto il peggio. Ho pensato: ecco, me lo hanno portato via, come hanno fatto con Angela Celentano». Il riferimento è alla bambina di 3 anni scomparsa nel 1996 non lontano dal paese del piccolo Gennaro, e mai più ritrovata. «Poi — aggiunge Carmine — ho guardato le immagini riprese dalle telecamere che sono installate in casa e ho visto che Gennaro si era allontanato da solo nella stradina. Allora mi sono detto: adesso lo troviamo». Da lì è scattato il tam tam social di tutta la comunità di Massa Lubrense, che a supporto delle ricerche ha iniziato a condividere informazioni utili (come il consiglio di usare gli scooter al posto delle auto per non intasare le strade), e persino a mettere disposizione i loro strumenti, come il drone offerto dal farmacista datore di lavoro di Giovanna. Dopo cinque ore, finalmente il lieto fine: un appuntato scelto dei carabinieri, Salvatore Mercurio, e un giovane chef, Fabrizio Mellino, lo hanno sentito piangere nella strada sterrata dietro il ristorante «Quattro passi». Aveva qualche graffio, ma stava bene. Appena i suoi genitori l’hanno raggiunto, ha domandato: «Adesso voglio andare all’asilo. Andiamo all’asilo?». 


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