Il fratello dell’agente morto con Borsellino: «L’audio di Messina Denaro? Cosa vi aspettate da chi ha ucciso un bambino?»

Salvatore Catalano: viveva a 100 metri da casa mia, mai uno sguardo dai suoi fiancheggiatori

Salvatore Catalano è il fratello di Agostino, morto della strage di via D’Amelio. In un’intervista rilasciata a La Stampa oggi parla del messaggio audio di Matteo Messina Denaro in cui l’Ultimo dei Corleonesi definisce «commemorazioni di ‘sta minchia» quelle per Capaci. Catalano attualmente abita a Campobello di Mazara. Ovvero proprio il paese dell’ultimo covo del boss. Il pensionato delle Ferrovie dice che nella cittadina «tanti sapevano chi era questa persona che si faceva passare per medico in pensione. Le persone che hanno aiutato il boss nella latitanza e nel tempo sono state arrestate, io le incontravo, ma mai da loro ho ricevuto uno sguardo». Catalano dice anche che conosceva Giovanni Luppino, l’autista del boss: «Da lui compravo arance e mandarini, conosco anche i suoi figli. Da piccolo agricoltore, fruttivendolo poi ho saputo che gestiva un frantoio, un salto improvviso». Luppino, dice, conosceva bene anche il fratello. Catalano ha vissuto per anni a un centinaio di metri dalla casa del boss. E non è stupito per l’audio di ‘U Siccu: «D’altronde cosa aspettarsi da uno che ucciso un bambino che teneva sequestrato da due anni?». Se se lo trovasse di fronte, gli direbbe che per lui «è arrivato il momento di svelare i segreti così da riscrivere la storia della Repubblica italiana». Ma dice anche che «la gente sta imparando a ribellarsi. Ai giovani dico che bisogna cambiare gli atteggiamenti. A volte basta un sorriso, una stretta di mano. L’importante è non sentirsi mai dei cittadini sudditi di qualcuno o qualcosa, ma di vivere la libertà. Quel fresco profumo della libertà, come ci esortava a fare il dottor Paolo Borsellino».


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