L’audio in cui Matteo Messina Denaro impreca contro le cerimonie per la strage di Capaci non ha sorpreso molto Maria Falcone. La sorella del giudice Giovanni dice oggi in un’intervista al Corriere della Sera di aver provato «solo disgusto. Il tono carico di violenza che ha usato mi ha creato molto disagio. Superato il fastidio, però, ho fatto una considerazione. Il re ora è finalmente nudo. Mi spiego. Per settimane Messina Denaro, su diversi media, è stato raccontato come un latin lover di provincia. E non come l’assassino stragista che è. Ho letto pure che in molti sono corsi a comprare giacconi simili a quelli che indossava il giorno dell’arresto. Quasi a ritenerlo un personaggio da emulare. Ecco, spero che quest’audio così orribile serva a togliere dubbi a chi ne ha e a riportare tutti alla realtà».
Il pentimento impossibile
Maria Falcone esclude che l’ultimo dei Corleonesi abbia intenzione di collaborare con i magistrati: «Non credo assolutamente. Penso che sia permeato dalla subcultura mafiosa. Non farà mai questo passo. Un po’ come Riina e Provenzano. Che sono stati poi i suoi alleati e i suoi modelli. Poi basta sentirlo parlare per rendersi conto che nessun ravvedimento è possibile». Poi parla del procuratore Massimo De Lucia, che di recente se l’è presa con i terrapiattisti dell’Antimafia: «Non era trascorso nemmeno un giorno dal blitz e già in tv c’era chi lo metteva in dubbio. «Alcuni per ignoranza, altri per invidia, altri ancora perché affetti da complottismo acuto. E quel che fa male, sinceramente, è che certe insinuazioni siano venute da magistrati ed ex magistrati. A dire il vero, però, anche questo non mi meraviglia se penso che i maggiori detrattori di Giovanni furono proprio i suoi colleghi. Si mettono in dubbio le parole di servitori dello Stato, persone che rischiano la vita nel contrasto alla mafia, e si ascoltano improbabili veggenti con precedenti penali, pronti a consegnare in tv la loro verità…».
I terrapiattisti dell’Antimafia
Maria Falcone sembra proprio riferirsi a Salvatore Baiardo, gelataio e amico dei Graviano condannato per calunnia. Sulla sua “profezia” ci sono molti dubbi e presto potrebbe essere sentito dai magistrati di Firenze. Poi racconta un aneddoto: «Tempo fa un mafioso intercettato invitava una amica a non mandare la figlia alle cerimonie. Questa per me è un’ulteriore prova dell’importanza del lavoro che tante associazioni antimafia fanno, specie con i giovani. La battaglia culturale è l’unica strada per vin#cere definitivamente questa guerra. E la mafia lo sa. Per questo non dobbiamo fermarci. I magistrati e le forze dell’ordine fanno la loro parte. Noi dobbiamo fare la nostra».
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