Il discorso sullo Stato dell’Unione di Joe Biden: «Non è giusto che un miliardario paghi meno tasse di un pompiere»

Il presidente degli Stati Uniti parla della crisi climatica, delle armi e dell’Ucraina. Ma l’argomento principale è l’economia

Joe Biden apre ai repubblicani ma tiene il punto sull’economia. È il primo Discorso sullo Stato dell’Unione con un Congresso diviso dopo le elezioni di Midterm. A Capitol Hill molti indossano la spilla con il nastrino blu e giallo sul petto, ovvero il colore della bandiera ucraina. Il presidente ringrazia per i lunghi applausi che lo accolgono prima di iniziare. E poi comincia: «Siamo pronti a scrivere il prossimo capitolo della storia degli Stati Uniti». Si rivolge al neo-speaker della Camera Kevin McCarthy: «Non voglio rovinare la tua reputazione ma non vedo l’ora di lavorare con te». La battuta è il preludio all’apertura ai Repubblicani: «Negli ultimi due anni abbiamo dimostrato che democratici e repubblicani possono lavorare insieme. Insieme dobbiamo finire il lavoro», dice. Perché «combattere per il gusto di combattere non ci porta da nessuna parte».


L’economia degli Stati Uniti

Poi va al punto: «L’economia degli Stati Uniti si trova nella posizione economica per crescere migliore di qualunque altro paese al mondo. Oggi abbiamo creato un record di 12 milioni di nuovi posti di lavoro, più posti di lavoro creati in due anni di quanti qualsiasi presidente abbia mai creato in quattro anni». Ora però è il momento della svolta: «Il mio piano economico è quello di investire in luoghi e persone che sono stati dimenticati. Dopo le turbolenze economiche degli ultimi quattro decenni, troppe persone sono state lasciate indietro o trattate come se fossero invisibili». Mentre «Big Pharma ha fatto profitti record. Ora basta». Chiede al Congresso di approvare la sua proposta per la minimum tax per i miliardari e di quadruplicare la tassa alle società per i buyback: «Il sistema fiscale non è equo. I ricchi e le grandi aziende devono pagare la loro quota». Perché «non è giusto che un miliardario paghi meno tasse di un pompiere».


La crisi climatica

Biden ricorda che nel 2020 55 delle più grandi compagnie americane hanno ottenuto 40 miliardi di dollari di profitti e hanno pagato zero di tasse federali. «Chiudiamo le scappatoie che consentono che questo accada», ha auspicato. Difende la necessità di difendere il welfare dalle proposte di tagli dei repubblicani, citando social security (la previdenza) e Medicare ( l’assistenza sanitaria per gli ultra 65enni). I repubblicani reagiscono negando e Biden li sfida: «Vi posso fare vedere le copie delle vostre proposte. Ma, se negate di voler i tagli allora possiamo considerarli superate, sono contento di questa conversione». Arriva al cambiamento climatico: «L’America deve fronteggiare la crisi climatica, che è una minaccia esistenziale. Abbiamo un obbligo, non verso noi stessi ma verso i nostri figli e i nostri nipoti, di farvi fronte, e sono fiero di vedere che l’America finalmente ha raccolto la sfida».

Le armi e l’Ucraina

E chiede uno «sforzo bipartisan» per limitare l’accesso alle armi. Poi chiede di ripristinare il diritto all’aborto. E saluta i genitori di Tyre Nichols, picchiato a morte dagli agenti a Memphis: «Non c’è dolore più grande della la perdita di un figlio. Ma qualcosa di buono può arrivare da tutto questo». Dice che gli Stati Uniti sono pronti a competere economicamente con la Cina. Ma aggiunge che se Pechino minaccia la sovranità degli Usa «reagiremo». Promette sostegno all’Ucraina «per tutto il tempo che serve». Al discorso assiste Brandon Tsay, che Biden defiinisce «un eroe di 26 anni». È il giovane che due settimane fa, durante i festeggiamenti del capodanno lunare, ha «trovato il coraggio di agire e ha sequestrato la pistola semiautomatica a un uomo armato che aveva già ucciso 11 persone in un’altra discoteca». Questo giovane «ha salvato vite. È ora che facciamo lo stesso anche noi». Chiede di vietare le armi d’assalto. Dice che non c’è spazio per la violenza politica e l’estremismo in America. Conclude dopo 73 minuti tra gli applausi.

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