E’ un uomo di cittadinanza italiana ma stabilmente residente a Barcellona il primo indagato per la vandalizzazione della parte esterna del consolato italiano a Barcellona avvenuta due settimane fa. Sulla facciata dell’edificio furono trovate scritte in appoggio all’anarchico detenuto al 41bis e in sciopero della fame, Alfredo Cospito. A comunicarlo è la stessa polizia catalana. L’indagato è stato ascoltato dagli inquirenti giovedì scorso e farebbe parte di un gruppo di 8 persone, sei dei quali italiani, già accusati nel 2021 di aver dato fuoco ad un furgone dei vigili del fuoco. Già subito dopo i fatti la polizia di Barcellona aveva identificato, ma poi rilasciato cinque persone ritenute responsabili dei danneggiamenti. I cinque erano stati identificati analizzando le immagini delle telecamere di sicurezza. I Mossos d’Esquadra, il corpo di polizia catalano, avevano aperto un’indagine per atti vandalici e rafforzato la vigilanza attorno al consolato. Nei giorni scorsi la svolta investigativa anche se si indaga ancora per trovare altri responsabili dell’azione. Il giorno prima dell’aggressione a Barcellona, a Berlino era stata incendiata l’auto con targa diplomatica di un funzionario in servizio all’ambasciata italiana.
*L’atto compiuto il 17 gennaio 2023 contro l’ambasciata italiana non riguarda solo le scritte. Dall’account Twitter dei Mossos d’Esquadra è possibile osservare un’immagine riguardo gli atti compiuti dagli autori dell’attacco. Nel comunicato dei Mossos leggiamo che il gruppo incappucciato non aveva effettuato soltanto dei grafiti, ma anche danneggiato vetrate utilizzando un martello.

[Nota*: Il titolo di questo articolo riportava la parola «Attentato» che, nella lingua italiana, indica un «atto con cui si attenta a persona o cosa, e che, nel diritto, è considerato un reato già consumato anche se non si produce il danno e il colpevole non raggiunge il fine che si era proposto».]
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