Cospito, lo spiraglio dal procuratore generale della Cassazione: «Perché va tolto dal 41 bis»

Il 24 febbraio si svolgerà l’udienza da cui dipende il futuro dell’anarchico detenuto al 41 bis, che da 114 giorni è in sciopero della fame

Revocare il 41 bis ad Alfredo Cospito. È questa la richiesta che la procura generale della Corte di Cassazione ha presentato in vista dell’udienza del prossimo 24 febbraio. A riportarlo è La Stampa, che ricorda un altro importante particolare: dall’udienza che si svolgerà al Palazzaccio di Roma dipenderà il futuro dell’anarchico detenuto al 41 bis. Cospito, ormai da 114 giorni in scopero della fame, è stato trasferito ieri dal carcere di Opera all’ospedale San Paolo di Milano proprio a causa delle sue precarie condizioni di salute. Il 24 febbraio, la Cassazione dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dalla difesa dell’anarchico contro la decisione del Tribunale di sorveglianza di Roma di confermargli il regime di cosiddetto «carcere duro». Secondo la ricostruzione de La Stampa, la procura generale della Cassazione – la più alta espressione della pubblica accusa – riterrebbe il regime di 41 bis ormai «superato dagli eventi».


Pareri contrastanti

A sostegno di questa tesi, di cui nemmeno gli avvocati difensori di Cospito hanno potuto prendere visione, il procuratore generale Luigi Salvato potrebbe anche invitare a considerare i risvolti pubblici del caso Cospito. Un anno di censura totale con il mondo esterno, infatti, non ha affatto affievolito le proteste degli anarchici. Anzi, ha contribuito semmai a una escalation. Il parere di Salvato sembra dunque pienamente in disaccordo con la posizione del pm di Torino Francesco Saluzzo, irremovibile sulla necessità del 41 bis. Più clemente, invece, l’Antimafia, che – sempre secondo La Stampa – ha aperto al regime di alta sicurezza con la censura delle comunicazioni.


L’ipotesi di sospensione della pena

Se la Cassazione dovesse decidere di annullare la decisione del tribunale di sorveglianza, si aprirebbero una serie di scenari inediti. Flavio Rossi Albertini, avvocato di Cospito, potrebbe chiedere una nuova udienza urgente al giudice di sorveglianza di Milano e avanzare un’istanza al ministro Carlo Nordio affinché riveda la sua posizione. Secondo La Stampa, infatti, in caso di revoca del carcere duro, si potrebbe arrivare a un «rinvio dell’esecuzione della pena». In altre parole, Cospito potrebbe uscire momentaneamente dal carcere ed essere trasferito in una clinica oppure ai domiciliari. Ovviamente si tratterebbe di una sospensione solo temporanea: non appena le condizioni di salute dell’anarchico dovessero migliorare, Cospito verrebbe riaccompagnato in carcere.

Foto di copertina: ANSA/LUCA ZENNARO

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