Pakistan, la polizia arresta un uomo per blasfemia. La folla irrompe nella stazione, lo uccide e dà alle fiamme il cadavere

Il linciaggio è l’ultimo di una serie di attacchi di massa contro persone accusate di blasfemia nel Paese a maggioranza musulmana

Nankana Sahib, provincia di Punjab, Pakistan. Muhammad Waris, un uomo sulla trentina, è in custodia nella stazione di polizia con l’accusa di aver dissacrato le pagine del Corano. A un certo punto, la folla irrompe nell’edificio, strappa Waris dalle mani degli agenti, lo trascina fuori per strada o lo uccide. L’uomo muore a causa delle percosse. Non paghi della sua morte, alcune persone danno alle fiamme il cadavere. Alcuni video circolati sui social riprendono centinaia di uomini, perlopiù di giovane età, circondare la stazione di polizia. In altri frame, si vede la vittima, ancora viva, trascinata per le gambe in strada, poi spogliata e, una volta nuda, picchiata con bastoni di legno e spranghe di metallo. Il primo ministro pakistano, Shehbaz Sharif, condanna l’incidente e ordina un’indagine: «Perché la polizia non ha fermato la folla violenta? Lo stato di diritto dovrebbe essere sempre garantito», dichiara. Non è il primo degli omicidi che, nel Paese, si susseguono contro persone accusate di blasfemia contro la religione islamica. Un caso che destò scalpore, nel 2021, fu quello del linciaggio di un cittadino dello Sri Lanka. Secondo la legge pakistana, la blasfemia può essere punita con la pena di morte.


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