Sanremo 2023, i messaggi dietro gli abiti gialli e blu indossati da Chiara Ferragni: perché non c’entra l’Ucraina

La spiegazione dell’imprenditrice sui social: «Donne, liberate il vostro corpo. È il capolavoro massimo della creazione»

I colori giallo e blu avevano fatto subito pensare a un messaggio di vicinanza al popolo ucraino. E invece è proprio Chiara Ferragni a svelare su Instagram il vero significato dei due abiti indossati ieri sera sul palco dell’Ariston, dove l’influencer ha partecipato per la seconda volta in questa edizione come co-conduttrice del Festival di Sanremo: «La durezza dell’armatura oro scolpita sui seni di Chiara rappresenta una forza che non ha bisogno di imitare quella maschile per essere considerata di pari livello. Mentre la sottoveste di satin è dipinta di blu perché è da sempre il colore associato alla sacralità della maternità qui rappresentata come stereotipo della donna mentre nutre un bambino d’oro», scrivono sui social Ferragni e il general manager della sua omonima linea di vestiti, Fabio Maria Damato. Nessun riferimento all’Ucraina, dunque. Piuttosto, un messaggio di empowerment femminile. «Essere donne senza dover essere considerate solo delle madri. Non essere considerate solo apparati riproduttivi è la scelta per cui combattere ogni singolo giorno», aggiunge l’imprenditrice su Instagram in un post intitolato «La donna e madre guerriera».


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«Donne, liberate il vostro corpo»

Nella serata finale del Festival, la seconda di questa edizione in cui Ferragni ha partecipato come co-conduttrice, l’influencer ha esibito due diversi abiti gialli e blu. Anche il secondo, come il primo, è stato ideato dal designer Fabio Maria Damato, che su Instagram spiega: «L’impronta oro di un corpo di donna impresso sul blu di un abito a colonna. L’audacia di quel gesto artistico e scandaloso dell’artista Yves Klein ha ispirato il look della stagione 2023 di Schiaparelli». Infine, un invito rivolto a tutte le donne: «Liberate il vostro corpo e fatene ciò che volete perché il corpo della donna è il capolavoro massimo della creazione».

Foto di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI

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