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Coletta sotto assedio per il caso Fedez a Sanremo, il capo di Rai1: «La politica non mi può giudicare. Un attacco privato mi ha ferito più di tutti»

12 Febbraio 2023 - 11:15 Redazione
Il responsabile dell'intrattenimento Prime time di Rai1 prova a difendersi dopo le accuse di "omesso controllo" sulle uscite in diretta del rapper

«Nessuno mi può giudicare» cantava Caterina Caselli al Festival di Sanremo 1966 e nemmeno la politica dovrebbe farlo oggi, dice Stefano Coletta intervistato da Repubblica sugli attacchi dalla politica al suo presunto omesso controllo, a proposito delle uscite di Fedez e gli Articolo 31 contro il viceministro Galeazzo Bignami e l’appello a Giorgia Meloni per legalizzare la cannabis. «Lavoro da trent’anni stretto al prodotto e non faccio mai valutazioni di natura politica – dice il direttore di Rai1 e responsabile dell’intrattenimento Prime time della Rai – Nel momento in cui Amadeus ha la libertà editoriale, che condivide con me, è la libertà assegnata a ogni artista, che sia cantante, attore, conduttrice o conduttore, a segnare il percorso. È l’impianto più corretto per procedere». Coletta difende anche Amadeus, che da direttore artistico del Festival «non ha mai letture politiche del suo lavoro, si è formato con la musica, in radio e in televisione».

L’attacco privato contro il dirigente Rai

I vertici Rai, Coletta compreso, sono da ore sotto attacco da parte del centrodestra che invocano dimissioni immediate e un cambio radicale della governance di viale Mazzini. Attacchi che il dirigente Rai cerca di respingere ancora: «Rispetto alla mia poltrona, mi auguro fortemente che chi fa un discorso tecnico non sia valutato politicamente. Sarebbe un errore per l’azienda perché le persone sanno discernere l’operato di un dirigente: chi conosce la mia storia conosce la mia trasparenza». Coletta ribadisce di non essere stato a conoscenza di quel che avrebbe detto e fatto Fedez, né tantomeno il suo vice Lentini: «Per tutte le serate, anche di quel piccolo segmento, dagli altri abbiamo ricevuto tutti i testi, che sono rimasti tali. Solo Fedez ha cambiato all’ultimo minuto». Il giorno dopo, Coletta ricorda di essersi dissociato dal rapper che aveva strappato la foto di Bignami vestito da nazista. Ma non è neanche quella la polemica che più lo avrebbe colpito nel personale: «Poiché credo non sia stato mai rintracciabile un vulnus nella mia professionalità, e non parlo di perfezionismo, ma di un ruolo che ho cercato di incarnare con imparzialità e impegno, la ferita più grande è essere stato attaccato sul privato, dal punto di vista sessuale». Il riferimento è alle accuse partite dalle pagine del Giornale da parte di Luigi Mascheroni, che aveva accusato Coletta di trasformare «tutto ciò che tocca in un’industria dello spettacolo gay friendly».

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