«Stavolta hanno passato il segno», i tre casi di Sanremo che hanno irritato Meloni: il governo accelera la profezia di Fiorello – Il video

Non bastano le giustificazioni dei dirigenti Rai sui casi Fedez e Zelensky per convincere palazzo Chigi che è tempo di cambiare aria in viale Mazzini

«Ma Coletta è lì? Lo so che fine farà domani! Fatemelo vedere per l’ultima volta… – scherzava Fiorello durante la diretta Instagram con Chiara Ferragni, Amadeus e Gianni Morandi sul palco dell’Ariston nella serata finale del Festival di Sanremo – Un festival così è irripetibile, domani i dirigenti andranno tutti a casa, però è stupendo». Tutti ridevano, compresi i dirigenti Rai in prima fila, dal citato Stefano Coletta, direttore di Rai1, all’Ad di viale Mazzini Carlo Fuortes, ben sapendo che i rapporti col governo Meloni erano già arrivati da diverse ore al punto più basso possibile. I retroscena sui quotidiani, il giorno dopo l’ultima serata del Festival che ha incoronato il vincitore Marco Mengoni, raccontano infatti la rabbia mista a rimorso della premier Giorgia Meloni di non essere intervenuta prima sulla governance della Tv di Stato. Come racconta il Corriere della Sera, la cautela di palazzo Chigi sul futuro dei vertici Rai si è trasformata in «stupore», che in realtà nasconde fastidio e disapprovazione per come sono state gestite almeno tre situazioni durante Sanremo, diventate rapidamente le polemiche chiave del Festival.


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Il caso Fedez-Bignami

La scintilla che ha fatto esplodere la maggioranza, premier compresa, è stata l’uscita di Fedez con il suo freestyle contro il viceministro Galeazzo Bignami vestito in maschera da nazista e la sua foto strappata in eurovisione. Un gesto considerato da palazzo Chigi anche pericoloso: «Prima o poi – dicono fonti della destra di governo citate dal Corriere – qualche squilibrato potrebbe passare dalla violenza verbale a quella fisica e colpire uno di noi». Le bordate dalla maggioranza si sono palesate chiare e forti sin da ieri mattina, 11 febbraio, con i capigruppo FdI di Camera e Senato che invocavano un cambio ai vertici della Rai il prima possibile.

L’ira di Meloni per il «caso Zelensky»

E la linea del partito della premier sarebbe ovviamente specchio del suo umore, nerissimo. Stavolta i vertici Rai «hanno passato il segno» raccontano i retroscena sugli sfoghi di Meloni davanti alle polemiche sanremesi. Anche perché il caso Fedez-Bignami non è stato un episodio isolato. C’è stato l’appello degli Articolo 31 alla legalizzazione della cannabis, per non parlare poi del tira e molla sul messaggio di Volodymyr Zelensky, passato da intervento video, secondo le previsioni degli inizi, a una lettera da leggere sul palco, fino al telegramma letto da Amadeus a notte fonda durante la finale: «la figuraccia su Zelensky ce la potevamo risparmiare». Nel mezzo c’è stato anche un mezzo incidente diplomatico con il Quirinale, con il Cda Rai che si lamentava per non essere stato informato dell’invito a Sergio Mattarella per la prima serata del Festival.

Il futuro dei vertici Rai

Sul tavolo del governo si valuta se silurare i vertici Rai, a cominciare da Fuortes, o semplicemente togliergli le deleghe della direzione generale per affidarla a Giampiero Rossi, considerato vicinissimo alla premier. Una soluzione considerata però insufficiente per ribaltare una situazione che al momento vede FdI senza posti che contano nella governance della Rai, nonostante la vittoria dello scorso settembre.

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