Ucraina, perché senza i satelliti Starlink di Elon Musk la resistenza ucraina è a rischio – Il video

Il giornalista di guerra Claudio Locatelli spiega a Open cosa rende il servizio internet di SpaceX così importante per le truppe di Kiev

Da qualche giorno è ricominciato il braccio di ferro tra Elon Musk e il governo ucraino. Il miliardario sudafricano, infatti, starebbe pensando di bloccare l’accesso a Starlink ai droni militari dell’esercito di Kiev. Starlink è il servizio di internet satellitare a banda larga messo a punto da SpaceX, l’azienda aerospaziale dello stesso Musk. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, il proprietario di Twitter e Tesla aveva deciso di donare a costo zero l’accesso al servizio internet a tutti i reparti militari di Kiev impegnati nella resistenza contro l’esercito russo. A distanza di meno di un anno da quella decisione, però, Musk teme che Starlink sia utilizzato sempre più per scopi militari offensivi e non come semplice mezzo di difesa. Da qui la decisione, ancora non ufficiale, di voler interrompere il servizio, proprio mentre la Russia si prepara a sferrare una nuova offensiva su larga scala, prevista per la fine di febbraio.


Come funziona Starlink

Ma cosa comporterebbe il blocco dell’accesso a Starlink per l’esercito di Kiev? Innanzitutto, «la capacità di resistenza ucraina sarebbe nettamente compromessa». Lo spiega a Open Claudio Locatelli, giornalista di guerra che al momento si trova proprio in Ucraina. Nella sua attività di reporter, Locatelli ha potuto testimoniare con i propri occhi i diversi modi in cui le truppe ucraine usufruiscono di Starlink. Una delle potenzialità offerte dallo strumento consiste nel rendere gli attacchi contro i russi estremamente più efficaci. «Questo è ciò che succede di solito: un mezzo di artiglieria viene montato su un camion che si trova in una radura o comunque lontano dai centri abitati», spiega Locatelli. «A quel punto, si nasconde poco più in là un altro veicolo, dotato di Starlink, che funge da coordinamento». Grazie al sistema di internet satellitare, un soldato ucraino è in grado di collegare il proprio computer a diversi droni simultaneamente, così da acquisire le coordinate esatte del bersaglio che vuole colpire. Una volta individuate, le coordinate vengono comunicate all’artiglieria, che ora è in grado di centrare l’obiettivo. «Sono munizioni da 2,4 chili che riescono a colpire, e l’ho visto con i miei occhi, un finestrino largo appena 30 centrimetri anche a 8 o 12 chilometri di distanza», racconta Locatelli.


Un sistema ad alta precisione

A questo si collega l’altro vantaggio offerto da Starlink: la capacità di rendere utili anche le armi più obsolete. «Gli S60 sono cannoni giganteschi montati su camion e risalgono agli anni Cinquanta e Sessanta, quando ancora erano usati dall’esercito dell’Unione Sovietica», racconta il giornalista. Grazie a Starlink, invece, anche i mezzi di artiglieria così datati sono in grado di dare un supporto alla causa ucraina. «È evidente che, se Starlink sarà tolto, la capacità di resistenza di Kiev sarà nettamente compromessa, non potendo più sincronizzare gli attacchi e non potendo verificare in tempo reale dove si sta colpendo», precisa Locatelli. Con lanciarazzi imprecisi e obsoleti, infatti, possono volerci anche cento colpi prima che si riesca a colpire un carro armato nemico. «Grazie a questo sistema internet estremamente sofisticato, invece, ne possono bastare anche solo una decina», chiarisce il giornalista.

«Ne va dell’esistenza dell’Ucraina»

Già lo scorso ottobre, Elon Musk aveva pensato di interrompere la fornitura gratuita del servizio Starlink al governo ucraino. Una decisione dettata – almeno pubblicamente – dall’elevato costo economico, ma che aveva fatto infuriare diversi governi occidentali. Da qui la decisione di Musk di fare dietrofront e continuare a fornire il proprio supporto alla resistenza ucraina. Almeno fino ad adesso. Non è chiaro, infatti, se il fondatore di SpaceX questa volta si tirerà indietro sul serio. Di sicuro, la posta in gioco è alta. «È un momento estremamente significativo del conflitto – spiega Locatelli -. Ne va della capacità di reazione dell’Ucraina e della sua stessa sussistenza».

Foto di copertina: EPA/YEVGEN HONCHARENKO | I danni di un raid missilistico in un quartiere residenziale di Kramatorsk, nella regione di Donetsk (2 febbraio 2023)

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