Elezioni regionali, il (non) voto dei giovani. Gigliuto: «Astenuti o di sinistra, ma c’è un effetto Meloni»

Se in Lombardia contasse solo il voto degli under 35, il presidente sarebbe Majorino. Non si può dire lo stesso nel Lazio, dove Rocca ha vinto in tutte le fasce d’età

Se fossero solo i cittadini italiani under 35 a godere del diritto di voto, i risultati delle consultazioni nel Lazio e in Lombardia sarebbero molto differenti. Nel grattacielo milanese dove ha sede la giunta regionale lombarda siederebbe, come presidente, Pierfrancesco Majorino. Nel Lazio la partita sarebbe stata più combattuta. Lo rivelano sia i flussi elettorali di Opinio, sia le analisi di YouTrend. «La bassa partecipazione è stata generale, ma a noi l’affluenza risulta particolarmente bassa tra i giovani», spiega Livio Gigliuto, presidente del Consorzio Opinio. Che i ragazzi siano meno partecipativi nelle tornate elettorali è consuetudine, «così come è una tradizione che, nel nostro Paese, ci sia una maggiore propensione dei giovani a riconoscersi nel centrosinistra». Tendenza particolarmente evidente in Lombardia e, ancora più marcata, nell’area di Milano. Considerando il voto della fascia di età 18-34 anni, il sondaggista Gigliuto rileva la vittoria di Majorino in Lombardia, con un 41% circa dei consensi. Attilio Fontana, se avessero votato solo i ragazzi, si sarebbe fermato al 39% delle preferenze. «Fontana non può di certo ringraziare i giovani per la sua vittoria. Anche perché il candidato arrivato terzo, Letizia Moratti, che non ha fatto una performance brillante, vede tra gli under 35 la fascia di età che, in percentuale, le ha dato più voti».


Per Opinio, il consenso di Moratti tra i giovani si avvicina al 15%, più alto del 9,87% ottenuto. Anche Majorino sale al 41%, rispetto al 33,93% generale. Fontana, invece, crolla dal 54,67% totale al 39%. Nel Lazio, se fossero state contate solo le schede dei ragazzi, il ribaltone non ci sarebbe stato. «A differenza della Lombardia, dove abbiamo due esiti diversi tra under 35 e over 35, Francesco Rocca ha vinto tra tutti i target anagrafici», continua Gigliuto. Una conferma di quanto successo nelle politiche del 25 settembre? «È vero, Fratelli d’Italia è il primo partito del Paese in tutte le fasce di età, ma il centrodestra vince tra i giovani con risultati meno netti». Elemento che il sondaggista mette in risalto è che la fascia di età decisiva per Rocca non è stata né quella più giovane né quella più anziana, ma è tra la soglia 35-54 anni che il candidato di centrodestra ha avuto l’exploit, «con oltre il 58% dei consensi», a fronte di un dato generale del del 53,9%. «Ed è anche la fascia di età più decisiva in termini di numero di elettori», sottolinea Gigliuto. «Nel Lazio, la traiettoria del Movimento 5 stelle tra i giovani è stata simile a quella di Moratti. Donatella Bianchi, candidata civica esterna al mondo pentastellato, non ha avuto una buona performance, ma tra i giovani ha raccolto un paio di punti percentuali in più rispetto al dato generale».


I sondaggi a livello nazionale in possesso di Opinio vedono i 5 stelle ancora in crescita nonostante il risultato delle regionali: «Viaggiano intorno al 17%, attecchendo più al Sud che al Nord e più tra i giovani che tra gli adulti». Nel Lazio, come geografia generale del voto, non si assiste a una ripartizione netta tra giovani con il centrosinistra e anziani con il centrodestra, «ma è palese che la fascia dove il centrodestra performa meglio e amplia il divario è quella centrale, 35-54 anni». Gigliuto, benché in Lombardia rilevi ancora una tendenza dei giovani a votare il centrosinistra, non esclude un cambiamento nella collocazione dell’elettorato under 35. «È vero, tradizionalmente l’elettorato giovanile preferisce il centrosinistra. Ma qualcosa l’ha mossa la leadership di Giorgia Meloni, prima presidente del Consiglio donna, giovane rispetto a gran parte dei suoi predecessori a Palazzo Chigi».

Il sondaggista, però, crede che un eventuale spostamento dell’elettorato under 35 sia dovuto all’apprezzamento della figura di Meloni, non della coalizione di centrodestra. «Dipende molto dalle alternative che il centrosinistra offre. Majorino, anagraficamente più vicino alla generazione dei giovani, ha avuto ad esempio più successo di Alessio D’Amato, che in un certo senso rappresentava una continuità con la legislatura precedente, avendo ricoperto il ruolo di assessore in Regione Lazio. Al secondo giro non è facile raccogliere consenso tra i giovani che hanno più propensione degli adulti verso il cambiamento».

Cosa succederà nelle prossime tornate elettorali? «Credo di attenuerà ancora un po’ il divario tra giovani per il centrosinistra e giovani per il centrodestra – conclude Gigliuto -. Ma la verità è che molto dipenderà dalla vivacità delle alternative alla maggioranza di governo che il centrosinistra saprà mettere in campo. Un elettore alla fine deve valutare i candidati che ha di fronte. Poi, il centrosinistra sconta la mancanza di una leadership attraente al momento. Forse con la vittoria di Stefano Bonaccini cambierà il trend nel Paese, ma fino ad allora la distanza con il centrodestra sarà difficile da cambiare. Anche perché, se è vero che i giovani propendono ancora per il centrosinistra, il dato dirimente resta uno: i giovani partecipano di meno al voto rispetto agli adulti».

La bassissima affluenza alle ultime Regionali, per Gigliuto, ha visto una contrazione ancora più forte tra i ragazzi. Un’evidenza che, però, non risulta invece agli analisti di YouTrend: «L’elettorato giovanile ha un peso corrispondente al numero di giovani che votano e i giovani, in Italia, non sono molti nella popolazione generale. Detto ciò, l’astensione è stata trasversale, non ci risulta che si sia particolarmente concentrata nelle fasce di età dei più giovani», afferma Lorenzo Pregliasco. Il direttore di YouTrend ha le stesse evidenze di Gigliuto sul voto dei ragazzi in Lombardia, mentre nel Lazio «ci risulta un lieve vantaggio di D’Amato nella fascia 18-34 anni, mentre Rocca ha un vantaggio a valanga nelle altre fasce di età».

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