Ruby ter, Ronzulli rilancia: «Necessario intervenire sugli sconfinamenti dei magistrati»

Fratelli d’Italia prova a raffreddare i toni dello scontro tra politica e magistratura. Lollobrigida: «Non è all’ordine del giorno». La fedelissima del Cavaliere però insiste sull’urgenza della commissione d’inchiesta sui giudici: «Dobbiamo dare risposte agli italiani»

«È un’ottima notizia». Così Giorgia Meloni ha salutato, il 15 febbraio, la sentenza di assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo ribattezzato Ruby ter. Dopo l’entusiasmo di ieri, le strade del centrodestra tornano a divaricarsi sulla questione giustizia. Per Forza Italia resta una necessità la calendarizzazione della proposta di legge per istituire una commissione di inchiesta sulla magistratura politicizzata. Lo torna a ribadire Licia Ronzulli dopo le dichiarazioni del ministro Francesco Lollobrigida. L’esponente di Fratelli d’Italia, a La Stampa, ha asserito che introdurre tale commissione «non è un tema all’ordine del giorno». La capogruppo forzista al Senato, incrociando i cronisti, torna invece a sollevare l’argomento: «La richiesta di una commissione d’inchiesta sui giudici è antecedente a ieri. Era una proposta di legge già presentata nella scorsa legislatura e ripresa all’inizio di questa, a firma, tra gli altri, di Mulè e Tajani. Quindi, non stiamo parlando di un’esigenza evidenziata in seguito all’esito della sentenza, ma di una richiesta precedente, che vuole far luce in generale su ciò che è accaduto in questi anni, che dia risposte non a noi, ma agli italiani».


Ronzulli, commentando poi la sentenza del tribunale di Milano, afferma: «Noi la verità sull’innocenza del presidente Berlusconi la sapevamo da sempre. Rimane il rammarico per questi 11 anni persi, 11 anni di attacchi alla figura politica del presidente Berlusconi, al partito, a Forza Italia, un danno d’immagine nei confronti dell’Italia. Berlusconi, infatti, quando cominciò un’inchiesta che neanche doveva iniziare, era il presidente del Consiglio e sedeva in consessi internazionali per rappresentare il nostro Paese». Toni che in buona parte coincidono con quelli di Lollobrigida sul caso peculiare di Berlusconi, ma che stridono con la calma predicata nel confronto generale tra politica e magistratura: «Sicuramente il Parlamento dovrà riflettere sui tempi della giustizia, che, come in questo caso, rischiano di condizionare anche la vita politica. Lo sconfinamento di una parte della magistratura pone dei dubbi su atteggiamenti che Berlusconi ha spesso definito persecutori. Oggi la storia gli dà ragione. C’è la necessità di intervenire, lo abbiamo scritto anche nel programma del centrodestra. Ma va fatto con un sereno confronto con la magistratura. Il voto del Csm ha dimostrato che al loro interno esistono sensibilità diverse, per cui si può discutere senza pregiudizi. Bisogna garantire una giustizia credibile, senza interferenze reciproche».


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