I 50 libri nella casa di Messina Denaro, da Putin a Fabrizio Corona: cosa stava leggendo il boss prima dell’arresto

Sono circa 50 i volumi trovati nella casa del boss stragista nella casa di Campobello di Mazara. Dalle poesie di Alda Merini a grandi classici della letteratura

Di libri che parlano di lui, Matteo Messina Denaro non avrebbe avuto neanche uno nella casa di Campobello di Mazara, dove i carabinieri del Ros hanno ritrovato anche la biblioteca personale del boss mafioso. Come racconta Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera, sugli scaffali dell’appartamento in cui Messina Denaro ha vissuto nell’ultimo anno c’erano circa 50 libri, di generi e soggetti molto diversi tra loro. Diverse biografie, raccolte di poesie, qualche volume di filosofia, gialli storici e qualche romanzo. Già nei primi giorni di perquisizioni, dopo l’arresto a metà gennaio a Palermo, i carabinieri avevano fatto sapere di aver trovato alcune biografie che il boss stava leggendo. Tra queste un libro sulla vita di Vladimir Putin, quello firmato da Nicolai Lilin pubblicato nel 2022. Ma il presidente russo non sembrava l’unico personaggio a incuriosire lo stragista mafioso, che in casa conservava anche il famoso “Open. La mia storia” di Andre Agassi, “Pablo Escobar, il padre del male” scritto nel 2016 dal figlio del narcotrafficante e poi il libro di Fabrizio Corona, “Non mi avete fatto niente“, scritto dopo i primi sei anni di carcere nel 2019 dall’ex paparazzo.


Non mancavano anche libri più storici, come il romanzo dello scrittore francese Olivier Guez, “La scomparsa di Josef Mengele“, che racconta la fuga in Argentina del medico criminale nazista, ingegnere del folle piano di Adolf Hitler sulla selezione della razza. Mengele sfuggì alla cattura e a ogni processo, un possibile modello per il boss. C’è poi “Le assaggiatrici” in cui Rosella Postorino racconta la storia di una donna al servizio di Hitler, che torna tra gli interessi del boss. Ad attrarre la curiosità di Messina Denaro c’è stato anche il libro dell’ex pm di Milano, Ilda Boccassini, che ha dato alle stampe “La stanza numero 30“. È lì che si racconta dell’amicizia con Giovanni Falcone, del viaggio di Boccassini in Sicilia dopo la strage di Capaci per lavorare all’inchiesta che vedrà lo stesso boss di Castelvetrano condannato.


Non mancano i classici della letteratura, da Baudelaire a Dostoevskij, da Charles Bukowski a Mario Vargas Llosa. E oltre ai romanzi e thriller storici di Valerio Massimo Manfredi, Marcello Simoni, Danila Comastri Montanari e il tedesco Frank Schatzing, Messina Denaro aveva sulle mensole della sua biblioteca anche “Se questo è un uomo” di Primo Levi, “Patria” del basco Fernando Aramburu e “Senza un soldo a Parigi e Londra” di George Orwell. Sulla cassettiera in camera da letto, i carabinieri hanno poi trovato “La ragazza blu“, pubblicato lo scorso anno da Kim Michele Richardson. Una lettura che probabilmente era ancora in corso quando il latitante è stato arrestato. Una storia di emarginazione e isolamento di una famiglia, costretta a vivere appartata sui monti Appalachi, nell’Est degli Stati Uniti.

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