Nuovo terremoto tra Turchia e Siria, scosse fino a 6.4 di magnitudo. Le autorità: «Tre morti e almeno 213 feriti»

Il sisma, avvertito anche in Libano e Iraq, arriva due settimane dopo quello che ha causato circa 45mila vittime

Mentre ancora si scava tra le macerie del terremoto del 6 febbraio, con un bilancio parziale che è arrivato a contare circa 45mila vittime, un nuovo terremoto, con scosse di 6.4 e 5.8 gradi di magnitudo, ha fatto tremare di nuovo la terra al confine tra Turchia e Siria. Secondo le prime informazioni, il sisma, con ipocentro a una profondità di oltre 10 km, si è verificato a circa 32 chilometri da Antiochia. «Per il momento, sono morte tre persone», ha spiegato il ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu e citato da Oda tv, che ha poi sottolineato che 213 persone sono rimaste ferite e sono state portate in ospedale mentre continuano le operazioni di ricerca in tre edifici crollati. Al canale televisivo Ntv, come riportato dall’agenzia Tass, le autorità locali hanno dato le prime informazioni sui danni. «I terremoti hanno causato danni, le persone sono sepolte sotto le macerie. Specialisti sono stati inviati per soccorrerli», ha detto il governatore della provincia turca di Hatay, Luftu Savas. L’agenzia turca Anadolu riferisce che il terremoto è avvenuto nel distretto di Defne, ad Hatay. La prima scossa è stata avvertita anche in Libano e Iraq. Ce n’è poi stata una seconda di assestamento, di magnitudo 5.8. Molti edifici sono danneggiati e crollati. Nell’area colpita sono in corso le evacuazioni. Le persone e i residenti sono stati invitati a tenersi lontane dalle strutture colpite e di allontanarsi dalle zone costiere per timore che ci possa essere un innalzamento del livello del mare. Proprio in mattinata, il sottosegretario di Stato Antony Blinken aveva avuto un incontro con il presidente Recep Tayyip Erdoğan per discutere degli aiuti per la ricostruzione, con gli Stati Uniti che si sono impegnati a contribuire con circa 100 milioni di dollari.


Il bilancio delle vittime

Attualmente, il bilancio delle persone che hanno perso la vita dal primo sisma dello scorso 6 febbraio ruota attorno a 41mila – che sale fino a 45mila contando le vittime in Siria -, secondo gli ultimi aggiornamenti di Yunus Sezer, il presidente dell’agenzia turca per i disastri e le emergenze Afad. Quest’ultima ieri, 19 febbraio, ha annunciato lo stop delle ricerche dei dispersi in tutte le province turche, tranne in due Kahramanmaras e Hatay, nonché le più colpite. Intanto, nelle scorse ore, proprio ad Hatay il presidente turco a fatto sapere che a marzo inizierà la ricostruzione da zero delle città turche colpite. «Vogliamo spostare il centro delle città che si trovano in pianura verso le zone di montagna», ha detto citando l’obiettivo di ridurre i rischi associati ai disastri naturali. Oltre 1 milione e 600mila persone, stando sempre alle dichiarazioni di Erdogan, sono state costrette a lasciare la propria casa da quando è iniziato il sisma.


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