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Miracoli finiti: a due settimane dal terremoto la Turchia interrompe le ricerche. L’allarme di Msf per la Siria

19 Febbraio 2023 - 15:09 Redazione
Stando ai dati aggiornati, il sisma iniziato lo scorso 6 febbraio ha ucciso oltre 40mila persone solo in Turchia

Sono passati 14 giorni dall’inizio del terremoto che ha devastato dalla notte tra il 6 e il 7 febbraio intere regioni di Siria e Turchia, e oggi in quest’ultima è stato deciso di sospendere le ricerche, tranne in due province. Si tratta di Kahramanmaras e Hatay, le più colpite dalla distruzione, secondo quanto riportato dall’agenzia governativa di soccorso Afad. «In molte province le ricerche sono terminate. Continuano nelle province di Kahramanmaras e Hatay, in una quarantina di edifici», ha dichiarato Unus Sezer, capo dell’agenzia. Secondo l’ultimo rapporto ufficiale diffuso oggi, 19 febbraio, da Afad si stima che il terremoto 7.8 avvia ucciso almeno 40.689 persone solo in Turchia. Intanto, nelle scorse ore un convoglio umanitario di Medici senza frontiere (Msf) formato da 14 camion è entrato in Siria. Ma gli aiuti continuano a non bastare.

L’allarme di Msf: «Pochi aiuti dall’esterno, ne servono di più»

«È necessario – ha fatto sapere l’Ong in una nota – un aumento urgente degli aiuti: nei dieci giorni successivi al terremoto, il numero di camion che hanno attraversato il confine è stato inferiore alla media del 2022». Il mezzi di Msf sono entrati attraverso il valico di frontiera di Hammam, nel nordovest, e hanno portato 1.296 tende da almeno 5 persone destinate alle famiglie rimaste senza casa a causa del terremoto. Oltre a migliaia di kit invernali per isolarle dal freddo. Nei prossimi giorni, sono previsti altri convogli con l’attrezzatura medica. «Abbiamo svuotato le nostre scorte di emergenza in tre giorni, donando agli ospedali quasi 12 tonnellate (4.000 metri cubi) di attrezzature chirurgiche e medicinali», dichiara Medici Senza Frontiere. «Le nostre équipe hanno fornito supporto alle strutture sanitarie della zona fino all’esaurimento delle scorte», spiega Hakim Khaldi, capomissione di Msf in Siria, «ma non abbiamo visto alcun aiuto dall’esterno. Gli aiuti stanno arrivando in quantità trascurabili per il momento».

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