Claudio Velardi, dalla corte di D’Alema alle lezioni su TikTok: «Vi spiego perché siamo tutti lobbisti» – I video

La missione dell’ex consigliere politico di D’Alema (ormai oltre vent’anni fa) è quella di spiegare perché il lavoro del lobbista non è sporco e cattivo come spesso viene descritto

Quella di Claudio Velardi su TikTok ha tutto il sapore della sfida: spiegare ai giovani che frequentano la piattaforma social che fare il lobbying e i lobbisti non sono «espressioni maledette, che vengono usate quasi sempre per evocare manovre oscure e trame sottobanco». Ma prima potrebbe essere necessario fare un passo indietro e spiegare ai giovanissimi di cui sopra chi è e da dove viene Velardi, che sul suo profilo si presenta con un vago: «Mi occupo di comunicazione, mi interesso di politica e di varie altre cose». Tutto vero certo, nella sua lunga carriera di comunicatore e giornalista, Velardi è stato innanzitutto dirigente politico, a cominciare dal Partito comunista italiano, passando poi per tutte le sue declinazioni fino ai Ds. Ma è nel 1998 che la passione politica di Velardi fa il grande salto: viene chiamato dall’allora premier Massimo D’Alema come consigliere a palazzo Chigi, in quello staff che vantava nomi come il giornalista Fabrizio Rondolino, Nicola Latorre e Marco Minniti. Erano chiamati i “Lothar“, in omaggio al personaggio del fumetto Mandrake, che come loro non faceva dei capelli il suo punto di forza. Finita l’esperienza di D’Alema a palazzo Chigi nel 2000, Velardi non ha mai tagliato il cordone ombelicale con la politica, impegnandosi tanto in varie avventure editoriali, quanto in consulenze per le campagne elettorali di politici di destra e di sinistra, fino a quelle appunto di lobbying, materia che insegna anche all’Università Luiss di Roma.


Che cos’è il lobbying

Ma appunto, che cosa sarebbe il lobbying? E chi la fa? Nelle sue clip su TikTok, Velardi spezza una lancia a favore della categoria, lanciandosi una sorta di rubrica «for dummies», come quelle guide che provano a insegnare l’economia o la programmazione informatica a chi non ne sa praticamente nulla. Velardi prova a spiazzare: «Cominciamo a dire che tutti noi facciamo lobbying nella vita, perché rappresentiamo innanzitutto i nostri interessi, ci presentiamo all’esterno in un certo modo, sosteniamo le nostre buone ragioni con i migliori argomenti che abbiamo. Sviluppiamo alleanza per strappare il consenso degli altri, anche facendo svariati e sacrosanti compromessi quotidiani con la realtà». E le armi più diffuse per provare a fare lobbying non possono che essere «il fascino, la simpatia, oltre alla fredda ragione». Insomma, è una cosa inevitabile per tutti perché «siamo animali sociali», sin da piccoli quando proviamo a convincere i nostri genitori a ottenere quel che vogliamo. La base fondamentale quindi è sviluppare la socialità, spiega Velardi, che assicura come nelle prossime puntate si potrà imparare molto altro. Una cosa è certa: nessuno è escluso, siamo tutti lobbisti di qualcosa o qualcuno.


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