Omicidio Pesaro, il killer di Panzieri chiama dal carcere l’hotel di famiglia: «L’ho fatto per gelosia. Se torno in Italia mi uccidono gli 007»

La difesa dell’uomo arrestato per l’omicidio dell’amico Pierpaolo Panzieri ha intenzione di chiedere la perizia psichiatrica

È arrivata con una telefonata dal carcere in Romania la confessione di Michael Alessandrini sui motivi dietro l’omicidio dell’amico Pierpaolo Panzieri, il 27enne ucciso nella sua casa a Pesaro 10 giorni fa. Alessandrini ha telefonato ieri, 3 marzo, dal carcere di Timisoara in Romania, dove è stato arrestato dopo una fuga in auto, a una dipendente dell’hotel gestito da sua madre. A lei ha raccontato di una presunta tresca tra la sua compagna e la vittima, di cui gli inquirenti non hanno trovato alcun riscontro. Anzi da quanto emerso finora, la ragazza tirata in ballo da Alessandrini non avrebbe mai avuto neanche il numero di telefono della vittima. Alla dipendente dell’hotel, il 30enne ha chiesto poi di inviargli in carcere bagnoschiuma, crema depilatoria, dei sigari, cibo italiano, la Bibbia e una foto dei suoi cani. Alla donna ha poi detto di non voler tornare in Italia perché teme di essere ucciso dai servizi segreti. Della telefonata la donna ha subito avvertito l’avvocato che difende Alessandrini, che a sua volta ha informato la procura di Pesaro. Il legale è intenzionato a chiedere una perizia psichiatrica per il suo assistito. Ai giudici rumeni, Alessandrini si è dichiarato seguace di Jahvè, spiegando che la sua missione sarebbe stata quella di ripulire Pesaro dai corrotti. Ancora da definire i tempi del trasferimento del 30enne in Italia.


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